Chi sono

Candidata Sindaco per il comune di Como alle elezioni del 6 e 7 maggio 2012 per la lista Ecologisti e reti civiche.

Nata a Como nel 1962. Laureata in Architettura e insegnante di Progettazione all’istituto Statale d’Arte per l’arredamento di Lomazzo. Membro del consiglio nazionale degli Ecologisti e Reti Civiche, responsabile regionale dei Verdi e portavoce dei Verdi di Como, è stata consigliera comunale dal 2002 al 2007 e membro della Commissione urbanistica Comune di Como. E’ promotrice di progetti ambientali nelle scuole, del Parco Canile della Valbasca e del Piano del Verde della città di Como. Impegnata in progetti di cooperazione internazionale a sostegno dei minori in difficoltà.



domenica 24 ottobre 2010




http://costituentecologistalombardia.blogspot.com/

Ieri, 23 ottobre 2010 si è svolto a Milano il Seminario di lancio della Costituente Ecologista in Lombardia.

Alta la partecipazione e numerosi gli interventi. Presenti, oltre ai Verdi lombardi, rappresentanti delle Associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, VAS, LAV, GAIA, FAI Lombardia), Comitati e gruppi ecologisti (Amici di Castelleo, B.A.T. Caponago, Chiari Ambiente, Comitato No tangenziale, Lista Civica Concorrezzo) e aderenti al Movimento 5stelle, Alternativa lombarda, SEL ed IdV. L'appuntamento si è così connotato di quella trasversalità propria dell'ecologismo, trasversalità cui si appella proprio il progetto di Costituente.
La mattinata è stata condotta da Elisabetta Patelli, Presidente dei Verdi della Lombardia. Prima ad interevenire Paola Brambilla, Presdiente del WWF Lombardia, a seguire Guido Pollice Presidente nazionale di V.A.S. E' stata quindi la volta dell'intervento di una rappresentante del Movimento 5stelle, Silvana Carcano,cui è seguito l'atteso e applaudito intervento di Angelo Bonelli, Presidente nazionale dei Verdi.
Concreto e molto valido l'interevento di Gaetano Turrini al quale è seguito quello di Davide Pivi, responsabile della LAV di Como. Le Conclusioni della mattinata sono state curate da Andrea Gaiardelli, Vice Presidente dei Verdi della Lombardia.
La sessione pomeridiana, condotta da Andrea Ladina (esecutivo Verdi Lombardi), si è aperta con il contributo di Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia, cui sono seguiti una serie d'interventi tematici curati da rappresentanti di Comitati cittadini, Associazioni ecologiste ed esponenti dei Verdi Lombardi. Alcuni nomi: Edgar Meyer (GAIA) Giuseppe Ramera (Chiari Ambiente), Roberto Albanese (Comitato dei cittadini del fiume), Pierluigi Sostaro (Verde, responsabile ambiente e sicurezza della CUB/Alfa Arese), Enrico Fedrighini, Anna Varisco e Stefano Costa.


Aldo Guastafierro ha voluto infine poi richiamare la drammatica esperienza che stanno attraversando le popolazioni campane in merito alla vicenda discariche e rifiuti, ponendo l'accento sulla disinformazione, lo stato d'abbandono e il totale disinteresse da parte delle forze politiche e delle istituzioni: "Solo Bonelli ha avuto il coraggio di andare in quei luoghi ad incontrare la popolazione". Le conclusioni della giornata sono state di Natale Ripamonti, membro dell'Esecutivo nazionale dei Verdi.
Presente alla giornata anche Violante Pallavicino (Psicologa, Ambientalista Comitato per la Bellezza) che fa parte del comitato organizzaztore nazionale della Costituente Ecologista. Assenti invece Guido Viale e Paolo Berdini, quest'utimo impossibilitato per problemi di salute (è possibile leggere il suo contributo inviato).
Nella sezione documenti trovate il materiale distribuito ai partecipanti e i contributi ricevuti da alcuni dei relatori.
A breve saranno dispobili anche i filmati degli interventi.

martedì 19 ottobre 2010

COMUNICATO STAMPA:Lombardia come laboratorio di “ green economy” e delle tecnologie rinnovabili , non sito atomico e pattumiera nucleare

Le decisione del Governo di riaprire il nucleare nonostante il referendum del 1987 , nel quale piu’ dell’80% dei votanti espresse la volonta’ di uscirne ,e’ una scelta scellerata e retrograda: una tecnologia rischiosa,impattante,costosa , con tempi lunghi di realizzazione impegnera’ decine di migliaia di miliardi di soldi pubblici per arrivare a coprire il una briciola del fabbisogno annuo.
Non vogliamo insistere sui pericoli del nucleare, in un clima culturale in cui gli studi scientifici sugli effetti di alte e basse radiazioni vengono sistematicamente negati da una irriducibile sicumera senza prove . Insistiamo pero’ con conti inconfutabili alla mano sul fatto che il nucleare e’ un clamoroso flop, non ecologico , non conveniente, non economico. Un bidone atomico. L’idea che il nucleare sia economico e porti a ridurre i costi per l’utenza e’ pura propaganda: i costi veri di un KWh da produzione elettronucleare, la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro sicurezza tecnologica e militare comportano infatti costi elevatissimi., L’apparente basso costo del KWh in alcuni paesi del nucleare, in Francia ad esempio, è dovuto solo all’intervento diretto e indiretto dello Stato.
Investendo sul nucleare si sottraggono risorse alle tecnologie in grado di ridurre le emissioni , all’efficienza energetica e alle rinnovabili. Insomma a quella “green economy” che sta portando fuori gli altri paesi dalla crisi mondiale ,creando nuove reali opportunità di occupazione(ad oggi in Germania tra diretto e indotto ha creato 250.000 posti di lavoro).
Gli investimenti ingentissimi che stiamo sacrificando al nucleare e pure i corposi incentivi economici economiche per “oliare” le comunita’ locali usciranno dalle nostre tasche . Compensazioni ingenti che riguardano sconti sulle bollette, premi, sconti e sgravi fiscali , che non avrebbero ragione d’essere se l’ affermazione che il nucleare e’ ecologico e sicuro fosse vera anche per chi la sostiene.
Nell’ultimo anno sono arrivati da territorio segnali inquietanti di coinvolgimento diretto della Lombardia nel nucleare: la definizione da parte del presidente Zuccoli della Lombardia come ” regione ideale “ e il lancio di A2A nel nucleare ;le ipotesi di costruzione di impianti e di utilizzo cave per deposito scorie in alto Lago di Como; la riattivazione di Caorso(vicinissima) o nuovi impianti nella Bassa, a ridosso del Po, perchè il nucleare e’ assetato in modo perpetuo di acqua.Le centrali nucleari francesi usano il 40% del consumo idrico nazionale; in media per un reattore da 1.000 MW servono oltre 2,5 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Una quantità rilevante anche per l’Italia, visti anche gli scenari futuri sugli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche nel nostro Paese!
Il Governo intende procedere sia per attrazione economica , sia per imposizione contro la volonta’ degli Enti e delle popolazioni locali, riteniamo tuttavia che una presa di posizione da parte del territorio sia una atto rilevante che attiva ulteriori responsabilità a carico del Governo centrale. Con questo spirito alcune Regioni, molti Sindaci e Presidenti provinciali si stanno attivando per far sentire la loro volontà e quella dei cittadini che amministrano.
Chiediamo al Presidente Formigoni e ai nostri Amministratori regionali un sostegno concreto alla riconversione e allo sviluppo di tecnologie e imprese sostenibili in Lombardia , unica fonte possibile di nuova occupazione, e di rendere da subito la Lombardia territorio indisponibile all’insediamento di impianti ad energia nucleare per fissione di materiali radioattivi , ma anche al deposito definitivo e temporaneo di masteriali radioattivi ,anche di bassa attività, arricchiti o impoveriti, scorie radioattive, materiali allo stato solido, liquido o gassoso contaminati da fonti radioattive e derivanti dalla filiera della produzione di energia nucleare. a garanzia dei cittadini residenti e delle generazioni future che vivranno nel nostro territorio.

Eisabetta Patelli _Presidente Verdi della Lombardia 366 4253014
COMUNICATO STAMPA:Lombardia come laboratorio di “ green economy” e delle tecnologie rinnovabili , non sito atomico e pattumiera nucleare

Le decisione del Governo di riaprire il nucleare nonostante il referendum del 1987 , nel quale piu’ dell’80% dei votanti espresse la volonta’ di uscirne ,e’ una scelta scellerata e retrograda: una tecnologia rischiosa,impattante,costosa , con tempi lunghi di realizzazione impegnera’ decine di migliaia di miliardi di soldi pubblici per arrivare a coprire il una briciola del fabbisogno annuo.
Non vogliamo insistere sui pericoli del nucleare, in un clima culturale in cui gli studi scientifici sugli effetti di alte e basse radiazioni vengono sistematicamente negati da una irriducibile sicumera senza prove . Insistiamo pero’ con conti inconfutabili alla mano sul fatto che il nucleare e’ un clamoroso flop, non ecologico , non conveniente, non economico. Un bidone atomico. L’idea che il nucleare sia economico e porti a ridurre i costi per l’utenza e’ pura propaganda: i costi veri di un KWh da produzione elettronucleare, la sicurezza delle centrali, la gestione dei rifiuti e lo smantellamento (decommissioning) degli impianti, la loro sicurezza tecnologica e militare comportano infatti costi elevatissimi., L’apparente basso costo del KWh in alcuni paesi del nucleare, in Francia ad esempio, è dovuto solo all’intervento diretto e indiretto dello Stato.
Investendo sul nucleare si sottraggono risorse alle tecnologie in grado di ridurre le emissioni , all’efficienza energetica e alle rinnovabili. Insomma a quella “green economy” che sta portando fuori gli altri paesi dalla crisi mondiale ,creando nuove reali opportunità di occupazione(ad oggi in Germania tra diretto e indotto ha creato 250.000 posti di lavoro).
Gli investimenti ingentissimi che stiamo sacrificando al nucleare e pure i corposi incentivi economici economiche per “oliare” le comunita’ locali usciranno dalle nostre tasche . Compensazioni ingenti che riguardano sconti sulle bollette, premi, sconti e sgravi fiscali , che non avrebbero ragione d’essere se l’ affermazione che il nucleare e’ ecologico e sicuro fosse vera anche per chi la sostiene.
Nell’ultimo anno sono arrivati da territorio segnali inquietanti di coinvolgimento diretto della Lombardia nel nucleare: la definizione da parte del presidente Zuccoli della Lombardia come ” regione ideale “ e il lancio di A2A nel nucleare ;le ipotesi di costruzione di impianti e di utilizzo cave per deposito scorie in alto Lago di Como; la riattivazione di Caorso(vicinissima) o nuovi impianti nella Bassa, a ridosso del Po, perchè il nucleare e’ assetato in modo perpetuo di acqua.Le centrali nucleari francesi usano il 40% del consumo idrico nazionale; in media per un reattore da 1.000 MW servono oltre 2,5 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Una quantità rilevante anche per l’Italia, visti anche gli scenari futuri sugli impatti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche nel nostro Paese!
Il Governo intende procedere sia per attrazione economica , sia per imposizione contro la volonta’ degli Enti e delle popolazioni locali, riteniamo tuttavia che una presa di posizione da parte del territorio sia una atto rilevante che attiva ulteriori responsabilità a carico del Governo centrale. Con questo spirito alcune Regioni, molti Sindaci e Presidenti provinciali si stanno attivando per far sentire la loro volontà e quella dei cittadini che amministrano.
Chiediamo al Presidente Formigoni e ai nostri Amministratori regionali un sostegno concreto alla riconversione e allo sviluppo di tecnologie e imprese sostenibili in Lombardia , unica fonte possibile di nuova occupazione, e di rendere da subito la Lombardia territorio indisponibile all’insediamento di impianti ad energia nucleare per fissione di materiali radioattivi , ma anche al deposito definitivo e temporaneo di masteriali radioattivi ,anche di bassa attività, arricchiti o impoveriti, scorie radioattive, materiali allo stato solido, liquido o gassoso contaminati da fonti radioattive e derivanti dalla filiera della produzione di energia nucleare. a garanzia dei cittadini residenti e delle generazioni future che vivranno nel nostro territorio.

Eisabetta Patelli _Presidente Verdi della Lombardia 366 4253014

lunedì 11 ottobre 2010

per il programma del seminario VERSO LA COSTITUENTE ECOLOGISTA IN LOMBARDIA vai su

https://docs.google.com/document/pub?id=1uSP3OxQqO6efOIa7IUf5xApGHYawgkkCZSJ-5575TX4

seminario VERSO LA COSTITUENTE ECOLOGISTA IN LOMBARDIA


23 OTTOBRE MILANO Lambrate
SEMINARIO DI LANCIO DELLA COSTITUENTE ECOLOGISTA LOMBARDA

http://costituentecologistalombardia.blogspot.com/2010/10/blog-post_7093.html

venerdì 24 settembre 2010

Io Cambio !
Decidere il futuro
Appello per una costituente ecologista, civica e democratica

Noi che amiamo profondamente l’Italia e abbiamo a cuore il futuro dell’Europa e dell’intero nostro Pianeta, riteniamo necessario impegnarci per dare una risposta al degrado politico, morale e ambientale ed ai gravi problemi economici e sociali che segnano il nostro tempo.

Pensiamo ad una ricostruzione politica, ideale e morale del nostro paese, per cui l’interesse generale prevalga sulla proliferazione degli interessi individuali, di clan e corporazione, gli stessi che favoriscono la ripresa della corruzione. Il patto civile, per noi, si fonda sul rispetto degli altri e della legge, sulla solidarietà e sul senso di responsabilità, sulla partecipazione e sull’ecologia della politica. Provvedimenti che legalizzano le immoralità e le illegalità sono inaccettabili in un paese civile e democratico.

Il contrasto ai cambiamenti climatici, alla grave compromissione degli ecosistemi e alla povertà sociale, fenomeni strettamente connessi, deve rappresentare la priorità dell’azione di ogni governo, a livello locale, nazionale ed europeo, attraverso politiche coraggiose e innovative, capaci di realizzare una svolta profonda e di assicurare un futuro anche alle generazioni che verranno dopo di noi. Già oggi, per noi stessi, questa svolta è ineludibile: è nell’arco della nostra stessa vita, infatti, che la crisi ecologica può farsi insostenibile.

L’ambiente, la società e i cittadini pagano pesantemente lo sfaldamento selvaggio della struttura dello Stato e delle istituzioni democratiche. Il federalismo demaniale non è nient’altro che una grande speculazione edilizia e immobiliare fatta ai danni del patrimonio pubblico, con un ambiente sempre più dissestato e inquinato, con un paesaggio sempre più imbruttito da cemento e asfalto. Tutto ciò mette gravemente in pericolo l’agricoltura di qualità, il turismo, i beni artistici, ambientali e soprattutto la salute degli italiani e il futuro del lavoro nel nostro Paese.

La responsabilità verso l’intero Pianeta, e in particolare verso l’Italia e l’Europa, è alla base del nostro impegno. Va cambiato l’attuale modello di sviluppo economico e di consumi, responsabile dei cambiamenti climatici e globali in atto, basato sull’uso delle fonti fossili e su un consumo senza limiti delle risorse naturali, su produzioni intensive animali, che ha generato e genera nella Terra povertà, squilibri e guerre. Va superato il P.i.l. con nuovi indicatori che sappiano valutare lo sviluppo prima di tutto in termini di benessere sociale e ambientale che non consideri i cittadini semplici consumatori bensì dei soggetti portatori di diritti e capaci di responsabilità.
La decisione di riportare l’Italia a produrre obsoleta energia nucleare è sbagliata ed economicamente non conveniente. Il futuro energetico dell’Italia e del mondo non può essere l’attuale nucleare, con il drammatico problema delle scorie radioattive e della sicurezza. Una nuova politica energetica e industriale deve basarsi sulle energie pulite, sul risparmio e l’efficienza, puntando fortemente sulla ricerca e l’innovazione tecnologica, di processo e di prodotto, per aprire l’era della green economy e liberarci dalla schiavitù e dalla prospettiva cieca delle fonti non rinnovabili.

La crisi economica è anche sociale ed ambientale e per uscirne senza ricreare i meccanismi perversi del passato è necessario avviare una riconversione ecologica dell’economia e realizzare una riforma etica della finanza. Dobbiamo difendere le famiglie italiane e milioni di persone dal rischio della povertà e valorizzare la cultura, la sanità, la scuola e la ricerca del nostro paese Per questo chiediamo in alternativa una drastica riduzione delle spese per armamenti, che in Italia hanno un costo di oltre 30 miliardi di euro e la cancellazione di opere inutili a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina.

Una nuova politica è necessaria per fermare il consumo del territorio ed affrontare il problema smog nelle città, trasformatosi in una vera e propria emergenza sanitaria, investendo prioritariamente sul riuso del patrimonio abitativo, sul trasporto pubblico e nella difesa del suolo. Ci sentiamo profondamente impegnati nella tutela dei diritti degli animali e nel batterci contro i tentativi di liberalizzazione della caccia. L’acqua bene comune è un elemento strategico, nell’ambito di una seria politica ecologica e dei diritti, e per questo intendiamo dedicare ogni sforzo, a livello locale e nazionale, per la vittoria del referendum. Va tutelata la biodiversità e valorizzata l’agricoltura biologica e di qualità, libera da ogm. Il diritto all’ambiente, il rispetto della dignità degli animali in quanto esseri senzienti e il principio di precauzione devono essere costituzionalmente garantiti, mentre il nostro codice penale deve essere modificato per assicurare più efficacemente alla giustizia eco-mafiosi ed eco-criminali. Lavoriamo per una politica dei rifiuti che ne riduca la produzione, che si basi sulla raccolta differenziata, il riciclaggio e che utilizzi le nuove tecnologie alternative all’incenerimento. Il nostro impegno vuole essere finalizzato anche e particolarmente all’ecologia della politica, per la trasparenza istituzionale, per la riduzione dei costi della politica, per la partecipazione dei cittadini, per la valorizzazione degli strumenti e istituti di democrazia diretta a partire dalle città che dovranno diventare i luoghi del coinvolgimento diretto dei cittadini nella politica pubblica.

Siamo convinti che uno dei pilastri su cui costruire il futuro del nostro paese sia quello dell’istruzione, della scuola, dell’università, della ricerca e della cultura, che possa permettere all’Italia di costruire strutturalmente le condizioni per un vero “sviluppo”, inteso come crescita personale e sociale, non costringendo i giovani a diventare “cervelli in fuga” o precari a vita.

Vogliamo dare il nostro contributo alla nascita di una moderna e ampia aggregazione ecologista, civica e democratica che - come accade in Europa con i significativi successi delle forze ecologiste - sappia affrontare questo insieme di problemi unendo in una nuova stagione di impegno civile e politico le migliori intelligenze, esperienze, associazioni, realtà politiche e sociali in un movimento federato che costruisca anche una nuova credibilità in politica degli ecologisti italiani. Vogliamo costruire insieme un nuovo soggetto politico che sia costituito da una rete locale e nazionale, aperta, libera e plurale, e che sappia rivolgersi, trasversalmente e senza gli antichi confini ideologici, a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, che sappia parlare ai più giovani, che li sappia incontrare e coinvolgere, per rispondere positivamente alla domanda di cambiamento e di partecipazione che viene dal nostro Paese e al grido di aiuto che sale dal nostro Pianeta, con voci innumerevoli, di ogni specie vivente.



Per queste ragioni e per avviare la Costituente Ecologista invitiamo tutte le persone e realtà sociali interessate a discuterne a metà ottobre per cominciare a costruire insieme il percorso e i contenuti di questa proposta.
Per ottenere la più ampia partecipazione e adesione vi sollecitiamo a diffondere questo Appello attraverso il sito della Costituente Ecologista



Primi Firmatari


Mario Tozzi Ricercatore, Comunicatore
Luca Mercalli Climatologo, Meteorologo
Giobbe Covatta Attore
Angelo Bonelli Presidente Nazionale dei Verdi
Francesca Comencini Regista
Marco Roveda Eco-imprenditore e fondatore Lifegate
Loretta Napoleoni Economista, Editorialista “Internazionale”, “l’Unità”, “Repubblica”
Giuliano Tallone Presidente nazionale LIPU
Danilo Mainardi Professore emerito Ca' Foscari Venezia, Etologo
Mario Monicelli Regista
Domenico Finiguerra Sindaco Cassinetta di Lugagnano
Stefano Leoni Ambientalista
Nicola Caracciolo Vice-Presidente ITALIA NOSTRA
Paolo Carnemolla Presidente FEDERBIO
Marco Boschini Assessore di Colorno
Guido Viale Economista, Sociologo
Gianfranco Bettin Assessore comune di Venezia, già deputato Verdi
Paolo Berdini Urbanista e editorialista “il Manifesto”
Violante Pallavicino Psicologa, ambientalista Comitato per la Bellezza
Enrico Deaglio Giornalista, già direttore di DIARIO
Andrea Purgatori Sceneggiatore, Giornalista
Daniela Poggi Attrice
Gianluca Felicetti Presidente nazionale LAV
Marco Boato già deputato Verdi
Anna Gastel Presidente Fai Lombardia
Rossella Sleiter Giornalista La Repubblica
Dario Tamburrano Cittadino Italiano, Indipendenzaenergetica.it
Maria Xenia D’Oria Presidente Fai Basilicata
Riccardo Petrella Docente universitario di Ecologia Umana
Maurizio Di Gregorio Gruppo delle Cinque Terre
Guido Pollice Presidente nazionale VAS
Andrea Masullo Presidente di GREEN ACCORD
Massimo Scalia Docente Universitario, Fisico
Ebe Giacometti Direzione ITALIA NOSTRA
Walter Caporale Presidente nazionale ANIMALISTI ITALIANI
Lupo Rattazzi Economista
Claudia Bettiol Docente Universitaria, Filosofa
Marco Lamonica Eco-imprenditore e fondatore di Ecoradio
Mario Lettieri già Parlamentare della Basilicata
Luca Bonaccorsi Direttore TERRA
Pietro Cambi Geologo, Ingegnere Ambientale
Andrea Gasparini Cassaintegrato ALITALIA
Luca Pardi Ricercatore CNR
Paolo Sollier Ex calciatore, allenatore
Marco Gisotti Direttore Modus Vivendi
Loredana Cannata Attrice
Franco Lorenzoni Insegnante, Casa Laboratorio Cenci
Fabrizia Pratesi Presidente nazionale EQUIVITA
Paolo Canducci Assessore Comune di San Benedetto del Tronto
Mariano Turigliatto Rete Civica Piemontese
Gianfranco Otranto Studente
Ciro Pesacane Forum Ambientalista
Paolo de Nardis già Preside Facoltà Sociologia Università Roma
Gaetano Turrini Consulente d’impresa
Thomas Brown Ricercatore universitario Polo Solare Organico
Silvestro Greco Ricercatore, Biologo Marino
Francesco Marinelli Direttore Istituto Bioarchitettura
Cloris Brosca Attrice
Guido Barendson Giornalista
Laura Ciacci Ambientalista
Mauro Mocci Medici per l’ambiente
Daniela Cannizzaro Giornalista RAI News 24
Pasquale Stigliani Consigliere comunale Scanzano Jonico
Orlando Franceschelli Filosofo della Scienza
Guglielmo Rinzivillo Docente di sociologia università La Sapienza
Daniela Petracchi Musicista, Musica Articolo 9
Mao Valpiana Direttore Azione Nonviolenta
Vincenzo Naso Docente Universitario, Presidente CIRPS
Antonia Merra Casalinga
Angela Cattaneo Docente Universitario Sociologia La Sapienza
Giancarlo Pizza Presidente ordine medici Emilia Romagna
Maurizio Cellura Professore Fisica Università’ Palermo
Tiziana Frongia Medico ospedaliero Cagliari
Fabio Pallotta Geologo
Francesco Marino Operaio
Aurelio Angelini Docente Universitario
Daniele Caldarelli già Portavoce Terzo Settore Lazio
Luigi Di Mauro Presidente Consulta Penitenziaria Roma
Fabiola Ladanza Ricercatrice sociologia Università La Sapienza
Angelo Masetti Portavoce Forum Italia-Somalia
Carlo Cordella Medico ortopedico Ospedale Reggio Emilia
Dario Rosaio Associazione “Società Futura”
Carmela Luglio Pensionata
Vincenzo Costantino Portavoce lista civica “Crescere Insieme“
Marco Riva Governanda Ricercatore Fondazione Rosselli
Paola Marciani Ricercatrice Università studi di Milano
Giovanni Lava Consigliere Comunale di “Civica “ Collegno
Emanuele Giubasso Vicesindaco Passerano Marmorito
Serafino Navone Pensionato, ex esponente Pci Torinese
Alessandro Brescia Assessore di Venaria Reale
Lello Savonardo Docente Sociologia Università Napoli Federico II
Franco Correggia Naturalista, Editore
Marinella Venegoni Giornalista, Sindaco di Crescentino
Cristina Mazzini Medico specialista in medicina estetica






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mercoledì 8 settembre 2010

sono passate oggi in parlamento europeo nuove regole sulla sperimentazione animale che peggiorano molto il quadro normativo. ogni paese membro deve adeguare le proprie norme entro 2 anni


Animal testing legislation: Greens/EFA MEPs criticise new animal testing rules for not going far enough

MEPs from the Greens/EFA group in the European Parliament have criticised new EU laws on animal testing for not going far enough. The European Parliament today adopted a compromise proposal revising EU legislation on the use of animals in scientific testing and experiments. Greens/EFA MEPs voted against the compromise. After the vote, Welsh MEP and vice-president of the Greens/EFA group Jill Evans (Plaid Cymru) said:

"While the revised legislation will introduce some improvements to current EU rules on animal testing, it simply does not go far enough and, in some cases, weakens the current laws. Serious concerns highlighted throughout by the Greens/EFA group have been ignored and we regret that MEPs today failed to support our attempts to redress these concerns (1).

"Crucially, the new laws will fail to ensure that alternatives to animal testing are used whenever possible. This will mean animals will suffer needlessly in scientific tests even though alternatives exist. Worryingly, the new laws would also prevent member states from adopting more ambitious rules on animal testing at national level. The Greens/EFA group wanted to ensure national governments maintained this right. We also seriously regret that stricter rules on the use of non-human primates were not adopted.

"Clearly, there are significant improvements in the compromise text, particularly on inspections, on the new authorisation process for experiments and a proper classification system which we welcome. However, we have been waiting several years for the update of this law and this review represents a missed opportunity for guaranteeing animal welfare. With some 12 million animals used each year in scientific experiments in the EU, we could and should have gone much further."

(1) An attempt to refer the proposal back to committee was rejected, as were three Greens/EFA amendments.

Follow us on twitter: http://twitter.com/GreensEP

mercoledì 1 settembre 2010

SHIT PARADE

non meritano nemmeno un post le digustose , barocche , indecenti parate del leader libico nel nostro paese , degne per altro della Corte politica nostrana. L'incedere sprezzante delle neo-odalische ammassate sui bus invece richiede un filo di amarezza e tanta preoccupazione . Al di la' pero' del pensiero alle povere escort , figlie -presumibilmente -di cotante madri, abbiamo la confema ancora una volta che mentre il paese va a ramego qualcuno sulla pelle nostra e del nostro territorio fa grassi affari con contorno di festini sex.

venerdì 23 luglio 2010

LA TANGENZIALE MONCA DI COMO.Si avvia solo il primo lotto fino allo svincolo cieco dell'Acquanegra

Con grande lungimiranza progettuale si lanciano le grandi opere senza sapere dove si arriva , ne' concettualmente ne' in senso cartografico.
Dopo tutti questi anni la montagna ha partorito il topolino senza gambe . Se e' indubbio che da ormai molti anni e' diventato indispensabile un sistema tangenziale alla citta' che liberi dalla morsa di auto e gas la prima periferia di Como, e' anche evidente che le strade , grandi , piccole e medie che siano, si devono fare quando servono e in modo che siano effettivamente utili. Immaginiamo il danno che puo' procurare una grossa arteria che assorbe un grande mole di traffico da ovest e si infila nel cùl-de-sac dell'Acquanegra e non vogliamo metterci nei panni degli residenti della zona.Tutto cio' condito da una bella devastazione ambientale.Le dichiarazioni di Carioni e Cattaneo , in linea sul ragionamento del "cominciamo e poi se vedrà" la dicono lunga sui metodi di pianificazione di certe Amministrazioni!
Al tavolo dei giochi la alternativa Varese-Como-Lecco fa la parte del "morto": c'è ma non c'è, non e' finanziata come il secondo lotto della tangenziale, ma tutti la tirano fuori dal cappello come fosse la panacea. Finora e' solo un pour-parler ma inquietante , perche' sulla carta comporta la distruzione di una bella fetta di brughiera incontaminata , una delle poche rimaste nel nostro territorio.

mercoledì 21 luglio 2010

Dai 20 gradi dell’ufficio ,del negozio e del supermercato ai 35 gradi della strada : sbalzi di temperatura che, nel giro di pochi minuti possono nuocere gravemente al nostro organismo.
Termometro digitale alla mano basta registrare tutti gli sbalzi di temperatura che in un’afosa giornata estiva ognuno di noi sopporta passando dalla banca al treno, dal supermercato alla macchina , dalla strada alla farmacia , dalla stazione all’autobus, tutti luoghi pubblici più o meno refrigerati e climatizzati. Tra sudore , brividi di freddo e dispersione di batteri attraverso i filtri dei condizionatori, l’aria fresca può costare cara alla salute : si registra infatti un costante aumento di allergie, affezioni all’apparato respiratorio e asme non solo nei soggetti a rischio -anziani, bambini fumatori-ma anche nei soggetti con polmoni che funzionano bene.

Soprattutto le mamme sanno quanto d’estate sia paradossalmente necessario attrezzarsi di felpe e foulards per difendere se’ stesse e i figli dal gelo dei supermercati, dove la temperatura e’ bassissima ovunque e soprattutto nella zona dei frigoriferi .

Come sempre non si tratta di demonizzare gli impianti di condizionamento , bensì di utilizzare equilibrio e buon senso per evitare da una parte alle persone di ammalarsi e dall’altra uno spreco enorme di energia .
I grandi supermercati e i centri commerciali sono un esempio lampante di spreco abnorme di energia .Il consumo annuo di energia elettrica previsto per un ipermercato medio equivale ai consumi di energia elettrica di circa 1300 famiglie e le emissioni in atmosfera corrispondono mediamente a 60.000kg CO2/anno. L’energia è necessaria in parte per garantire adeguati livelli di comfort ambientale (illuminazione, riscaldamento o raffrescamento) per quelli produttivi (refrigerazione degli alimenti deperibili, forni e reparti di lavorazione).
In Italia , in Lombardia, abbiamo qualche esempio di eco-supermercati , ma restano per il momento eccezioni perché l’imprenditoria miope e’ ancora troppo occupata ad incrementare il consumo rapido e vorace, realizzando il massimo profitto immediato, e non si rende conto che il “Green- store” oltre ad essere il negozio del futuro puo’ essere anche molto conveniente.

In questa ottica chiediamo alle grandi catene presenti sul territorio una immediata verifica delle temperature interne e regolamentazione su livelli più sani e lanciamo in prospettiva una proposta di riconversione eco-compatibile dei loro centri che anche per gli imprenditori puo’ avere ritorni economici, oltreche’ di immagine. Una proposta di supermarket a bassissimo impatto ambientale che per quel che riguarda la sua struttura utilizzi :
A)Energie rinnovabili: Sul tetto di un grande eco-store a Desio è in funzione un impianto fotovoltaico che annualmente produce 50.000 kWh. ed evita l'immissione in atmosfera di 29.050 kg di CO2. Tale produzione equivale al consumo medio annuale di 19 famiglie, mentre le emissioni di CO2 risparmiate corrispondono a quelle assorbite da 42 alberi nel corso della loro vita. Per l'impianto di condizionamento viene utilizzato il Gas Ecologico non distrugge l'ozono atmosferico.
B)banchi frigo /surgelati con coperture scorrevoli che evitano la dispersione del freddo (che mediamente si assesta sull'82%), che garantiscono maggiore stabilita’ della temperatura idonea alla conservazione dei cibi e permettono un risparmio energetico del 35%.
C) un sistema di recupero dell’energia dei grossi banconi frigoriferi Perché recuperare il calore di processo, quello che si produce per mantenere refrigerato l’interno delle celle, è possibile. L’idea è semplice: spostare l’energia invece di produrla. “Catturare”, cioè, tutte le energie disponibili e “imprigionarle” in un ambiente artificiale dal quale è possibile estrarle ogni volta che ce n’è bisogno. In primis quella proveniente dai frigoriferi, che già di per sé è un pozzo di petrolio, per riscaldare e rinfrescare, estate e inverno
Addio caldaia, dunque, e con essa, addio anidride carbonica immessa nell’atmosfera.
Il tutto, per di più, con un bel risparmio in bolletta: «Abbiamo calcolato» ha detto Renato Viale, presidente di una societa’proprietaria di un punto vendita progettato con tecnologie eco-friendly, «”un risparmio energetico che va oltre il 30% del costo dei consumi del supermercato.”

D)illuminazione a LED ideata per le esigenze specifiche della grande distribuzione
per assicurare la miglior luce possibile e il maggior numero di vantaggi per tutti: per l'ambiente, grazie alla riduzione del consumo di energia ; per i cibi freschi, a cui la totale assenza di emissioni di raggi UV garantisce la perfetta conservazione ; per gli esercenti che possono concedersi addirittura il lusso di dimenticarsi della luce per ben 10 anni, dal momento che, una volta installati non richiedono alcun intervento per oltre 50.000 ore.
Rispetto alla soluzione tradizionale con tubo fluorescente in un anno l'impianto a LED del consente una riduzione dei consumi di energia elettrica di circa il 76%.
Nell’ecosupermercato di Desio il risparmio corrisponde al consumo medio annuale di 68 famiglie. La riduzione di emissioni di CO2 corrisponde a quella assorbita da 151 alberi nel corso della loro vita o a quelle emesse da 22 auto che percorrono 30.000 km all'anno.

Le esperienze virtuose esistenti dimostrano che i tempi di ammortamento dei costi di riconversione ecologica degli ipermercati sono rapidissimi e il risparmio economico rilevantissimo. Una tale risparmio sulle bollette del supermercato dovrebbe avere delle ricadute positive anche sulla spesa dei clienti.

giovedì 1 luglio 2010

"Siamo tutti Pomigliano" non e’ solo uno slogan: ovunque ormai, a scuola, in fabbrica, in ufficio, e’ diffuso un sentimento di insicurezza, la percezione che basta un niente, una delocalizzazione, una ristrutturazione, una dichiarazione di stato di crisi perché da un giorno all'altro un lavoro a tempo indeterminato- una volta considerato poco stimolante ma certamente sicuro- si trasformi in lavoro precario.

Così, in un contesto storico-politico di generale instabilita’ e di estrema frammentazione sociale, a Pomigliano si sperimenta tutto il deficit morale,culturale e gestionale di cui imprenditoria e governo italiani sono capaci, sotto la sguardo di un sindacato- per fortuna non tutto- compresso tra l’ imbarazzo di una proposta indecente e il fantasma della propria estinzione definitiva. Credo sia del tutto evidente che il diritto allo sciopero negato, le ottanta ore di straordinario annue «senza preventivo accordo sindacale», un ciclo del lavoro a 18 turni (con l'ultimo turno che finisce alle 6 della mattina di domenica), 10 minuti in meno di pausa nell'arco di una giornata, pausa mensa a fine turno che rischia di essere riempita da lavoro straordinario siano i cardini di un accordo - firmato da Fiat e sindacati Fim, Uilm e Fismic - tra un padrone che tiene il coltello dalla parte del manico e un lavoratore sotto ricatto.

Pomigliano rappresenta una applicazione pratica di quella politica che negli ultimi anni ha progressivamente operato la soppressione dei diritti costituzionali e umani e cancellato le gloriose battaglie che li avevano affermati. Cultura e politica che hanno ridotto un intero corpo sociale in stato di sudditanza: le donne non decidono piu’ del loro corpo, i lavoratori sono schiavi , le leggi ad personam, la magistratura delegittimata, la scuola e la ricerca cestinate , l’informazione imbavagliata, l’ambiente annientato o svenduto. Una classe dirigente venata da corruzione morale e materiale che ripropone modelli socio-economici-culturali vecchi di secoli trascinando il paese in un vicolo cieco.

In questo clima da “Mondo nuovo” huxleyano Pomigliano una piccola lezione ce la da’: gli operai lazzaroni ,turco-napoletani, assenteisti e furbacchioni , da mesi col salario falcidiato dalla Cassa integrazione, chiamati a decidere contro se’ stessi in un'area geografica afflitta da povertà endemica e camorra, hanno detto “ni”.

Difficile dire cosa avremo fatto noi al posto loro.

Chissa’ questo punto se sara’ il falso liberal Marchionne a trovare il capro espiatorio su cui far ricadere responsabilita’ sue , di Fiat e del Governo per richiudere Pomigliano (e non solo).Pomigliano non e' solo terreno di calpestio dei diritti, ma anche campione di miopia/malafede industriale.
Il destino delle produzioni in crisi , tra i quali l'automobile occupa il secondo posto dopo gli armamenti, e’ segnato se non si ragiona su una prospettiva di riconversione produttiva green ,che non si attua schiavizzando la mano d’opera o trasferendo la Panda a Pomigliano,ne’ tantomeno la si puo’ operare dall’oggi al domani.

Nel caso specifico potrebbe essere messo a punto un piano europeo di riconversione delle industria dell'auto, che accompagni la sua transizione verso il sistema della nuova mobilità urbana. Un piano completo di ammortizzatori sociali e formazione dei lavoratori del settore, che promuova l’integrazione con i produttori di componenti/ sistemi per la nuova mobilità e con i centri di ricerca .Un piano che indirizzi commesse straordinarie delle amministrazioni e delle aziende pubbliche per lo sviluppo di sistemi di mobilita alternativa

In generale i settori in cui progettare, creare opportunità e investire non mancano: dalle fonti di energia rinnovabili all'efficienza energetica, dalla mobilità sostenibile all'agricoltura a chimica e chilometri zero, dal riassetto del territorio all'edilizia ecologica. Tutti settori che hanno un futuro .

Illusorio oggi pensare che la riconversione green arrivi dall’alto, piu’ probabile e’ la sua costruzione dal basso: fabbrica per fabbrica, comitato per comitato , citta’ per citta’, coinvolgendo le forze sane, le risorse intellettuali, i comitati ambientalisti , i cassintegrati e i giovani senza lavoror, i gruppi di economia solidale etc etc del territorio ,oltre ai governi locali per presentare una proposta locale avanzata , in grado di stanare governo e imprenditoria.

E le risorse?Io credo che una parte del mondo imprenditoriale, piu’ slegato dalla politica e dai grossi poteri sappia cogliere le opportunita’ di un modo di produrre sostenibile. Per quel che riguarda il governo centrale si potrebbe cominciare ad investire su ricerca e rinnovabili e progetti di riconversione green, anziche’ gettare denaro pubblico nelle rottamazioni ,nei ponti di Messina , nel nucleare , negli expo e nelle penali Ue per tutte le violazioni ambientali ,riportandoci all'età della pietra e riempiendoci di veleni.

sabato 12 giugno 2010

la variante del Secondo Lotto della Tangenziale di Como inserita nel progetto Pedemontana, prevede, al posto del percorso originario quasi totalmente in galleria, uno fuori terra che attraversa da Capiago Intimiano a Orsenigo la splendida area di brughiera sopravvissuta all’urbanizzazione. Il progetto sta continuando il suo iter e la Regione Lombardia intende in tempi brevi arrivare a una definizione del tragitto definitivo.

E’ quindi sempre più necessario fare pressione perché la brughiera venga salvata dalla devastazione e perché eventuali percorsi autostradali siano il più possibile compatibili con la salvaguardia ambientale di un patrimonio comune e prezioso.
www.salvabrughiera.com

martedì 8 giugno 2010

testo definitivo depositato 7 giugnoCassazione, della proposta di legge di iniziativa popolare sullo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili che prevede inoltre il NO al nucleare e l’abolizione del CIP6.

Il testo è stato presentato per iniziativa di:

CGIL, VERDI, SEL, RIF. COMUNISTA, parte del PD, LEGAMBIENTE, WWF, GREENPEACE, e molte altre associazioni.


SVILUPPO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA E DELLE
FONTI RINNOVABILI PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA


TITOLO I

Art. 1.
(Finalità).
1. La necessità di salvaguardare la dinamica planetaria del clima e l’insieme dei cicli bio-geo-chimici ad esso connessi richiedono un impegno urgente per recuperare il ritardo nell’adempimento degli obblighi già previsti dall’accordo di Kyoto, dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2009/28 e ai regolamenti conseguenti al pacchetto clima, realizzare come soglia minima gli obbiettivi “20-20-20” stabiliti dall’Unione Europea e sottoscritti dall’Italia. Tali accordi internazionali prevedono il raggiungimento entro l’anno 2020 dei seguenti obiettivi nazionali:
a) aumento dell'efficienza energetica in tutti i settori dell’economia nazionale, nessuno escluso, in modo da raggiungere l'obiettivo di risparmio dei consumi di energia primaria del 20% rispetto alle proiezioni al 2020
b) riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 13 % rispetto al 2005, con esclusione delle emissioni disciplinate dal Sistema ETS – Sistema Europeo di Commercio delle Emissioni - come specificato nella decisione n°406/2009/CE del parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea e le cui riduzioni sono disciplinate dalla direttiva 2003/87 CE e successive decisioni UE;
c) raggiungimento della quota del 17 % di energia da fonti rinnovabili sul consumo complessivo di energia;
d) utilizzazione nei trasporti – individuali e collettivi - di una quota del 10 % di energia da fonti rinnovabili, quali a titolo esemplificativo: biocarburanti, biogas, biometano, idrogeno ed elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili e utilizzata da ferrovie, metropolitane, auto elettriche;
2. La realizzazione della soglia minima di obiettivi di cui al comma 1 è una tappa importante della lotta ai cambiamenti climatici e per la sicurezza energetica attraverso l’uso di tecnologie al livello più basso possibile di carbonio e per avviare la transizione dell’Italia verso un sistema energetico sostenibile e moderno fondato su fonti rinnovabili, efficienza ed uso razionale dell’energia, superando l’uso dei combustibili fossili.

Art. 2.
(Piano energetico ambientale nazionale).
1. Per il conseguimento delle finalità di cui all’articolo 1, il Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano e sentite le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative su base nazionale, le Associazioni ambientaliste, l’ANCI entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, predispone un Piano Energetico Ambientale Nazionale - di seguito indicato “Piano”- redatto in conformità alle prescrizioni dell’Unione Europea. Il piano dovrà escludere l’uso del nucleare per produrre energia elettrica. Il Piano verrà presentato e discusso in una conferenza nazionale sulle politiche energetiche e ambientali.
Il Piano deve stabilire gli obiettivi energetici al 2020 e le relative tappe intermedie ed è sottoposto al parere delle competenti commissioni parlamentari che si pronunciano nei termini previsti dai loro regolamenti.
2. Entro 60 giorni dall’adozione del Piano, le Regioni predispongono o adeguano i loro Piani Regionali Energetici e Ambientali che, previa discussione nelle conferenze regionali, verranno valutati e raccordati entro 30 giorni nella sede della Conferenza Stato Regioni che proporrà le eventuali variazioni ritenute concordemente necessarie per realizzare gli obiettivi nazionali che dovranno in ogni caso essere definiti entro 6 mesi dall’entrata in vigore della presente legge.
3. Il Piano deve dare priorità alla ricerca su tutte le tecnologie energetiche, escludere l’uso del nucleare per la produzione di energia, prevedere la transizione verso un approvvigionamento energetico che contempli il superamento dell’uso del carbone e che si ponga l’obiettivo a lungo termine della produzione di energia al 100 % da fonti rinnovabili.
4. Successivamente entro il 31 marzo il Governo presenterà ogni anno un rapporto al Parlamento sull’attuazione del Piano, con relative proposte di miglioramento.

Art. 3.
(Definizioni delle fonti rinnovabili di energia).
1. Le fonti rinnovabili, che debbono essere con il risparmio energetico fondamento del piano, sono il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici animali e vegetali.
2. Ai fini della presente legge, le fonti energetiche rinnovabili sono distinte in sostenibili e non sostenibili.
3. Si intendono fonti rinnovabili sostenibili quelle il cui utilizzo non altera in modo significativo le dinamiche ambientali del territorio in cui vengono realizzate, con particolare attenzione alla biodiversità; a tale scopo con Decreto del Ministro dell’Ambiente di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico è prevista l’adozione entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge di specifiche linee guida per la minimizzazione dell’impatto ambientale. In particolare è da considerarsi sostenibile - se adeguatamente e correttamente realizzato – lo sfruttamento delle seguenti fonti: il solare fotovoltaico, il solare termodinamico, il solare termico, l’eolico, il biogas, le maree, il moto ondoso e - previa la certificazione prevista al successivo comma 4 - i piccoli impianti idraulici.
4. oltre alle fonti rinnovabili sostenibili indicate nel precedente comma 3 sono ammessi al beneficio dell’incentivazione, previa certificazione di sostenibilità ambientale e sanitaria rilasciata dai competenti organismi e/o agenzie: gli impianti idroelettrici e geotermici, le filiere di produzione dell’energia da biomasse con particolare riguardo alla filiera corta e di scarto anche in attuazione delle direttive comunitarie in materia, i biocarburanti, quali il biodiesel, il bio-oil, il bio-etanolo, l’ETBE e consimili.
5. In quanto risorsa limitata e pertanto preziosa, l’impiego della biomassa per la sola produzione di energia elettrica, senza cogenerazione, è da considerare non sostenibile e pertanto non beneficia delle incentivazioni della presente legge.
6. In generale le biomasse debbono essere prodotte senza riduzione dell’attuale superficie forestale e agricola. E’ vietata la loro importazione da aree sottoposte a deforestazione.
7. Sono escluse le incentivazioni all’energia da rifiuti tal quali contenenti una significativa frazione organica non biodegrabile, i contributi definiti cip 6.
8. I criteri per la valutazione e certificazione della sostenibilità ambientale sono stabiliti per ciascuna fonte rinnovabile dall’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas, sulla base di studi condotti da 3 diversi Istituti di Ricerca specializzati nella materia, di cui almeno uno scelto in un altro Stato europeo che abbia maggiore esperienza nelle fonti rinnovabili. Gli studi verranno pubblicati nel sito dell’Autorità.

Art. 4.
(Riconoscimento di pubblica utilità della produzione di energia da fonti rinnovabili).
1. La produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili, che contribuisce alla riduzione delle emissioni inquinanti e di gas climalteranti, è riconosciuta di pubblica utilità ai fini della premialità e delle agevolazioni procedurali nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti e delle previsioni urbanistiche e relative varianti di Comuni, Province, Regioni per l’attuazione dei piani di produzione delle energie da fonti rinnovabili.
2. Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano entro 4 mesi dall’entrata in vigore della presente legge definiscono gli obiettivi e le priorità della produzione di energia con carattere di pubblica utilità nell’ambito regionale e le linee guida per l’inserimento degli impianti di produzione di energie da fonti rinnovabili nel rispettivo territorio indicando le zone escluse, le zone in cui l’inserimento è possibile nel rispetto di prescrizioni preventive di tutela e le modalità con cui gli impianti dovranno essere sottoposti a VIA.

Art. 5.
(Priorità di allacciamento, di dispacciamento e di ritiro dell’energia definita di pubblica utilità).
1. Tutti gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili sostenibili godono della priorità di allacciamento alle reti energetiche (elettrica, gas metano, calore per teleriscaldamento) e della priorità nel dispacciamento in attuazione dell'obbligo di utilizzo prioritario dell'energia prodotta con carattere di pubblica utilità.
2. Il Gestore della rete è obbligato al ritiro e alla remunerazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili immessa in rete secondo le modalità previste dalla presente legge.

Articolo 6.
(Certezza del diritto all’equa remunerazione).
1. Il riconoscimento di pubblica utilità della produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili comporta il diritto ad un’equa e congrua remunerazione dell’energia prodotta.
2. La produzione di energia elettrica da ogni tipo di fonte rinnovabile sostenibile è remunerata attraverso il meccanismo del conto energia, inteso come tariffa minima garantita e omnicomprensiva. I valori della tariffa di ciascuna fonte rinnovabile sostenibile sono stabiliti dall’Autorità per l’Energia e il Gas, avvalendosi del parere di 3 Istituti di ricerca come definito al comma 7 dell’articolo 3, sulla base dei seguenti criteri:
a. diversificazione della tariffa per tipo di fonte rinnovabile per coprire lo specifico differenziale di costo;
b. taglia d’impianto di produzione con tariffe più favorevoli per gli impianti più piccoli, in modo da stimolare la piccola generazione distribuita nel territorio, fermo restando comunque quanto stabilito dal successivo comma 3;
c. premiare l’innovazione tecnologica;
d. premiare la qualità ambientale degli interventi, compresa la rimozione e lo smaltimento dell’amianto
e. distinzione fra impianti nuovi, oppure rifacimenti, ampliamenti, potenziamenti;
f. concessione di benefici maggiori agli interventi in condizioni particolarmente disagiate come isole minori, zone isolate, aree montane.
3. La tariffa incentivata per ciascuna delle tipologie di intervento di cui al comma 2 è fissata dall’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas sulla base del differenziale di costo con la produzione di energia elettrica nell’anno precedente.
4. La tariffa incentivata, distinta per tipologia produttiva, è di importo decrescente, stabilito anno per anno all’inizio dell’investimento, e di durata tali da garantire una equa remunerazione dei costi di investimento e di esercizio per tenere conto dell’andamento dei costi effettivi.

TITOLO II
Articolo 7
(Obiettivi di efficienza nel residenziale, nel terziario, nell’industria).
1. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per lo sviluppo economico, adottato d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari per materia e per gli effetti economici, è definita la disciplina nazionale in materia di incentivi (certificati bianchi, agevolazioni fiscali, contributi in conto capitale, finanziamenti agevolati) per realizzare efficienza energetica finalizzata al conseguimento dei seguenti obiettivi:
a) miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo, sia nel caso di edifici di nuova edificazione che nel caso di edifici da ristrutturare, attraverso l’utilizzo contemporaneo di sistemi passivi e di fonti rinnovabili;
b) applicazione della micro-cogenerazione e trigenerazione;
c) applicazione di misure di efficienza energetica da parte delle amministrazioni pubbliche sia per il patrimonio immobiliare in proprietà che in gestione;
d) applicazione delle tecnologie informatiche (smart-grids, smart meter, smart buildings, domotica ecc.) per scopi di efficienza energetica;
e) miglioramento dell’efficienza dei sistemi di illuminazione pubblica;
f) sostituzione di elettrodomestici e macchine per uffici subordinate all’acquisto di dispositivi efficienti (classe di massima efficienza);
g) sostituzione di motori elettrici più efficienti nell’industria e nell’uso civile;
h) applicazione di azionamenti (inverter) a frequenza variabile;
i) attuazione di interventi di efficientamento negli impianti ad aria compressa, sistemi di pompaggio, di ventilazione, produzione del freddo;
j) ottimizzazione energetica nell’industria dei fluidi di processo, vapore, acqua surriscaldata, forni;
k) riutilizzo delle aree di precedenti siti industriali dismessi per la produzione di energia da fonti rinnovabili in quanto non destinate a verde pubblico;
l) pianificazione urbana nell’ottica della riduzione della domanda di mobilità e dell’ottimizzazione energetica.
m) modifiche alla normativa vigente in materia di amministrazione condominiale per favorire le decisioni in materia di efficienza energetica e di utilizzo delle fonti rinnovabili, nel rispetto dei diritti della proprietà individuale dei singoli condomini.
2. In sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sono adottate le linee guida per gli Enti locali per la pianificazione del territorio nell’ottica della riduzione della domanda di mobilità e dell’ottimizzazione dell’uso di energia.

Articolo 8
(Fonti rinnovabili per la produzione di calore e freddo)
1. Il sistema di incentivazione del calore e/o del freddo prodotto da fonti rinnovabili sostenibili è basato su agevolazioni fiscali, finanziamenti agevolati e contributi in conto capitale, differenziati per fonte e per taglia, tin modo da premiare la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica, in particolare per l’energia da:
a) solare termico;
b) biomasse compreso legna da ardere, briquettes, pellets, cippato, solo se la materia prima è munita di certificazione di sostenibilità;
c) geotermico per riscaldamento.

Articolo 9
(Biocarburanti).
1. I biocarburanti come biodiesel, bio-oil, bio-etanolo, ETBE concorrono al conseguimento degli obiettivi di cui all’articolo 1, e in particolare all’obiettivo per il 2020 di utilizzare nei trasporti una quota del 10% di energia da fonti rinnovabili, comprendendo anche biogas, bio-metano, idrogeno, e l’elettricità verde utilizzata da ferrovie, metropolitane, tram, filobus ed auto elettriche.
2. Per tale scopo occorre prevedere prescrizioni per la miscelazione ai carburanti di origine fossile ed incentivi per lo sviluppo di filiere locali per la loro produzione, con priorità per gli scarti di lavorazione agro-industriali (ad esempio oli esausti) e da coltivazioni, e quando la materia prima è munita di certificazione di sostenibilità con le modalità previste dalla presente legge.

TITOLO III
Articolo 10
(Sviluppo e adeguamento della rete elettrica).
1. La programmazione dell’adeguamento e dello sviluppo della rete elettrica deve essere finalizzata a favorire l’allaccio della generazione distribuita e in particolare delle fonti rinnovabili. E’ favorito in particolare lo sviluppo delle cosiddette “Smart-Grid” (reti intelligenti), degli “Smart-Meter” (contatori intelligenti) e dei sistemi d’utenza intelligenti, delle stazioni di “Smart-charging” (ricarica intelligente) delle auto elettriche, nonché l’adozione di sistemi di tariffazione volti a premiare il risparmio energetico e a indurre l’utenza ad evitare le ore di punta, favorendo lo spostamento dei consumi differibili (lavatrice, lavastoviglie ecc.) nelle ore di minore domanda elettrica.
2. Per garantire il fine di pubblica utilità e di imparzialità nella gestione, regolazione, progettazione e costruzione della rete di trasporto dell’energia elettrica in Italia, la società Terna spa è trasformata in Agenzia pubblica - con la possibilità di partecipazione delle Regioni, delle aree metropolitane - con il compito di assicurare l'immissione in rete delle energie rinnovabili in sostituzione delle centrali più obsolete ed inquinanti con particolare riferimento a quelle a carbone e a derivati del petrolio (pet-coke). Il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili deve servire a sostituire gradualmente l’uso dei combustibili fossili.

Articolo 11
(Sviluppo del teleriscaldamento).
1. E’favorito lo sviluppo della telefornitura del riscaldamento e del raffreddamento attraverso incentivi per lo sviluppo delle reti di calore e/o freddo alimentate da impianti cogenerativi e/o trigenerativi, partendo da piani calore elaborati dalle Regioni nell’ambito dei loro Piani energetici e tenendo conto della mappatura della domanda di calore e dell’offerta di fonti di calore refluo proveniente da processi industriali e da produzioni termoelettriche. Il Ministro dello sviluppo economico con decreto, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, in accordo con la Conferenza delle Regioni, definisce una normativa idonea per garantire il recupero degli investimenti, in particolare prevedendo certezza di allaccio - anche utilizzando incentivi - per gli utenti servibili dalla rete, da attuare entro due anni dalla data di disponibilità dell’allaccio.

Articolo 12
(Sviluppo di sistemi di accumulo di energia)
1. Per lo sviluppo di sistemi di accumulo di energia sono previsti incentivi stabiliti con decreto del Ministro dello sviluppo d’intesa con il Ministro dell’Economia e d’intesa con la Conferenza delle Regioni. Lo sviluppo e l’incremento di sistemi di accumulo energetico consente di bilanciare la domanda e l’offerta energetica. In particolare vanno incentivati:
• sistemi idroelettrici di pompaggio, ove possibile e comunque senza danno ambientale derivante dalla nuova costruzione o espansione significativa di invasi esistenti.
• sistemi di accumulo energetico ad aria compressa,
• sistemi a batteria (accumulatori elettrochimici)
• altri apparecchiature di accumulazione elettrici (Supercondensatori, sistemi a volano ecc.)
• sistemi di accumulo calore

Articolo 13
(riduzione dei consumi energetici nei trasporti)
1. Gli interventi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti e climalteranti nel settore dei trasporti debbono prevedere:
a) la riduzione della domanda di mobilità automobilistica attraverso una pianificazione urbana integrata e moderna, improntata a ridurre le distanze che i cittadini devono percorrere per soddisfare le proprie esigenze quotidiane (scuola, lavoro, acquisti alimentari e di prima necessità),
b) in generale in tutte le scelte urbanistiche l’assegnazione di precedenza alla mobilità pedonale e ciclistica rispetto a quella automobilistica.
c) la chiusure alla circolazione privata di parti crescenti dei centri urbani, l’adozione di percorsi preferenziali per i mezzi pubblici e l’ottimizzazione della circolazione attraverso l’applicazione delle tecnologie informatiche
d) un piano dei trasporti articolato per Regioni
e) la sostituzione delle auto e dei mezzi di trasporto con mezzi meno inquinanti, con minori consumi e minori emissioni di CO2
f) l’incentivazione commisurata all’effettivo beneficio climatico-ambientale dei mezzi di trasporto ibridi.
g) l’incentivazione di mezzi di trasporto ad emissioni zero quali i mezzi elettrici e ad idrogeno (sia pubblici che privati), prevedendo un bonus aggiuntivo per l’utilizzo (acquisto) di energia prodotta da fonti rinnovabili certificate sostenibili.
h) il programma infrastrutturale per l’incremento e il miglioramento dell’offerta di trasporto pubblico efficiente e programmi di incentivazione per stimolare l’uso dei trasporti pubblici
i) il programma per il recupero delle ferrovie dismesse e per lo sviluppo del trasporto ferroviario, in particolare mirato a favorire il trasporto merci intermodale e il trasporto dei pendolari su scala locale e regionale
j) i programmi di incentivazione per lo sviluppo dell’uso delle biciclette, per la realizzazione di reti capillari di piste ciclabili adatti a garantire la sicurezza degli utenti ciclisti (compreso i minori), posteggi di scambio per biciclette e relativi sistemi di sorveglianza, ascensori e sistemi di sollevamento pubblici per agevolare la fruizione ciclistica e pedonale su percorsi caratterizzati da salite e dislivelli, realizzazione di sistemi di bike sharing e predisposizione di modalità per il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici.
k) un programma per lo sviluppo delle autostrade del mare e del cabotaggio lungocosta, in grado di offrire una alternativa credibile e conveniente alla viabilità ordinaria su strada delle merci, per svolgere collegamenti tra il Nord e il Sud Italia e con gli altri Stati europei che si affacciano sul mar Mediterraneo.

Articolo 14
(programma di interventi sugli edifici pubblici)
1. Anche in attuazione del decreto legislativo n°115 del 30/5/2008, ogni settore della pubblica amministrazione deve approntare un piano che entro 5 anni preveda la totale messa in sicurezza, il risparmio e l’efficienza energetici, l’uso delle energie rinnovabili negli edifici, attuando quanto previsto dall’Energy Performance of Buildings Directive (2002/91/EC) e i conseguenti piani concertati . Entro 3 anni verranno adeguate le strutture scolastiche. Questi interventi verranno realizzati attraverso l’intervento di un fondo di rotazione istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti.
2. Gli obblighi e le facilitazioni del presente articolo sono estesi alle Aziende controllate da enti pubblici o concessionarie di servizi pubblici. Le Aziende debbono provvedere a utilizzare le sostanze organiche oggetto di trattamento per la generazione di biogas. Le autorità locali che sovraintendono alla concessione di queste attività devono adeguare i relativi contratti a questi vincoli pena la decadenza del contratto

Articolo 15
(diagnosi energetiche)
1. E’ previsto un programma per l’incentivazione di audit energetici nel settore residenziale, industriale e nel terziario per fornire all’utenza informazioni qualificate ed imparziali sulle potenzialità di efficientamento delle strutture ed a supporto delle relative scelte di investimento. Questo intervento avviene con un contributo pubblico e l’effettuazione avviene a prezzo garantito per l’utente. A questo fine è previsto un albo regionale dei professionisti abilitati che si impegnano a rispettare le condizioni poste dal presente articolo. La procedura di qualificazione, le liste dei professionisti, le verifiche della correttezza professionale e le relative procedure di sanzionamento sono organizzate e gestite dalle agenzie locali per l’energia, in loro assenza dalle Regioni.

Articolo 16
(ESCO, società dei servizi energetici)
1. Con decreto il Ministro dello Sviluppo economico di concerto con i Ministri dell’Economia e dell’Ambiente, d’intesa con la Conferenza delle Regioni, regolamenta il settore delle ESCO (Energy Service Company). Le agenzie per l’energia degli Enti locali svolgeranno nei territori di competenza il ruolo di guida ed orientamento per il settore e potranno svolgere servizi di arbitrato qualificato tra operatori e utenti.

Articolo 17
(Semplificazioni)
1. In materia di autorizzazioni per interventi di efficientamento e la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili occorre provvedere ad una semplificazione normativa e procedurale, in particolare per gli impianti di piccola taglia come definiti dalle linee guida di cui al precedente art.3 comma 3. A questo fine vanno adeguati i regolamenti comunali e le procedure degli altri organi pubblici. In assenza di vincoli per gli impianti solari termici e fotovoltaici di piccola taglia installati sui tetti è sufficiente una semplice comunicazione al Comune di appartenenza. Gli impianti di piccola taglia, inoltre, non saranno soggetti alla VIA (valutazione di impatto ambientale) a meno che non ubicati in aree di particolare pregio naturale e storico. Per gli impianti installati a terra e con potenza fino a 1 MW è invece richiesta la DIA e valutazione di incidenza ambientale se ricadono in aree protette SIC e ZPS.
2. Entro 180 giorni deve comunque essere emesso il provvedimento motivato di accoglimento o di rigetto dell’istanza. Quando il procedimento riguarda aree soggette a vincoli storici, ambientali, paesaggistici gli Enti preposti alla loro tutela debbono esprimere il loro parere motivato entro 60 giorni.
3. La Conferenza Stato Regioni adotterà linee guida di drastica semplificazione delle procedure e la possibilità di rigettare l’intervento solo per gravi motivi e in base al decreto di cui all’articolo 3 Le linee guida avranno valore di linee fondamentali di indirizzo per i Comuni e gli altri organi dello Stato che debbono esprimere il loro parere sulle richieste. La Conferenza deciderà le linee per la predisposizione d piani territoriali per lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili.

TITOLO IV
Articolo 18
(Soppressioni)
1. Sono abrogate le norme e gli incentivi dannosi per l’ambiente e il clima, a partire dalle normative che assegnano i finanziamenti in attuazione della delibera del Comitato Interministeriale Prezzi del 29/4/1992 (G.U. 109 del 12/5/1992) e successive modifiche a favore delle assimilate e dei termovalorizzatori (CIP 6).
2. Gli strumenti urbanistici che ostacolano lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili debbono essere modificati entro 60 giorni dall’approvazione della presente legge. Nei casi in cui il suddetto termine decorra inutilmente le Regioni competenti possono, previa congrua diffida, nominare un commissario ad acta per l’adeguamento degli strumenti urbanistici.
3. La riscrittura delle procedure deve favorire e stimolare l’applicazione delle tecnologie a basso contenuto di carbonio.
4. Sono abrogati la legge 99/2009 e il relativo decreto legislativo 8/3/2010 e tutti gli atti normativi che prevedono il ritorno al nucleare in Italia.

Articolo 19
(Interventi diversi)
1. Con Decreto del Ministro per lo Sviluppo di concerto con il Ministro dell’Economia e dell’Istruzione sono definiti incentivi alla ricerca, azioni di accompagnamento, programmi di formazione finalizzati all’attuazione della presente legge a partire dalle scuole, campagne di informazione a favore delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.

Articolo 20
(Agenzie energetiche e sportelli locali)
1. Con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia, d’intesa con la Conferenza delle Regioni, viene definito un programma per la creazione ed il mantenimento di una rete capillare di agenzie regionali o locali e sportelli energetici degli Enti locali per aiutare i cittadini e le piccole imprese, per aiutare la soluzione dei contenziosi, per fornire assistenza tecnica qualificata agli enti locali nella pianificazione e contabilizzazione dei consumi energetici sul territorio, per promuovere l’efficienza energetica, l’uso razionale dell’energia e le fonti locali rinnovabili, per favorire lo sviluppo del mercato locale dei servizi energetici attraverso azioni di informazione, formazione, indirizzo, pianificazione e contabilizzazione dei consumi energetici a livello locale, guida, per la verifica e sorveglianza del mercato, delle ESCO, dei professionisti e degli impiantisti operanti a livello locale, per la promozione dell’attività di certificazione degli edifici e di diagnostica energetica, per l’accrescimento di competenze tecniche in materia di energia presso Enti locali e operatori, per lo sviluppo di attività di studio, ricerca ed elaborazione dati in materia energetica.
2. Le agenzie e gli sportelli locali possono avvalersi della collaborazione di Università, di centri di ricerca pubblici e privati, delle associazioni professionali e di categoria del settore.

Articolo 21
(Controlli)
1. Per stabilire un sistema di controlli e verifiche dotato di risorse adeguate, in particolare per assicurare l’effettiva attuazione da parte degli organi ed operatori preposti, è predisposto dal Ministro dello Sviluppo un progetto d’intesa con le Regioni.

Articolo 22
(Sanzioni)
1. La Conferenza Stato Regioni definisce un sistema di sanzioni efficaci ed adeguate per gli operatori inadempienti.
2. Il Governo, Le Regioni, gli Enti locali con propri atti recepiscono le deliberazioni della Conferenza di cui al comma 1.

Articolo 23
(Verifiche periodiche)
1. Il Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia definisce con decreto, sentite le commissioni parlamentari, un sistema di verifiche periodiche con cadenza annuale dell’attuazione della presente legge, i cui risultati saranno esaminati dalla Conferenza Stato Regioni.
2. Il rapporto annuale verrà sottoposto ad un dibattito pubblico allo scopo di proporre alla Conferenza Stato Regioni di adottare o di proporre, ove non ne abbia direttamente i poteri, le misure correttive per garantire la realizzazione degli obiettivi della presente legge.

Articolo 24
(Finanziamento)
1. E’ istituita una imposta di bollo sulle transazioni valutarie in contanti e a termine (Tobin tax) la cui aliquota è pari all’1 per mille del valore delle transazioni effettuate. Dall’imposta sono esenti le operazioni relative a: transazioni tra Governi, transazioni intracomunitarie, esportazione o importazione di beni, manufatti, semilavorati e servizi, operazioni di cambio effettuate da persone fisiche entro il limite di 12.500 euro. Il Governo promuove un’azione a livello europeo e internazionale per realizzare i necessari accordi al fine dell’adozione di una legislazione simile. Per le transazioni con gli Stati della cosiddetta black list l’aliquota dell’imposta di bollo è decuplicata. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge il Ministro dell’Economia stabilisce con DM le normative necessarie per l’attuazione dell’imposta di bollo.
2. Il gettito derivante dalla presente imposta è versato ad un fondo nazionale istituito nel bilancio del Ministero dello sviluppo per l’attuazione della presente legge.
3. Tutte le previsioni di spesa finalizzate allo sviluppo dell’energia nucleare ad uso civile sono abrogate e confluiscono nel fondo di cui al comma 2.
4. Presso la Cassa Depositi e Prestiti è istituito un fondo di rotazione di 3 miliardi di euro per gli interventi su edifici della Pubblica Amministrazione previsti dall’articolo 14 della presente legge, a partire dalle scuole e dalle strutture sanitarie. Con Decreto il Ministro dell’Economia ne stabilisce l’operatività entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge.
5. Il finanziamento dei nuovi investimenti nella produzione di energia da fonti rinnovabili sostenibili previsti dalla presente legge avviene attraverso lo strumento del conto energia destinando a tale scopo la componente A3 degli oneri presenti nella bolletta elettrica e quindi con esclusione del cosiddetto CIP 6, il cui diritto all’incentivazione pubblica sotto qualunque forma è abolito.
6. Gli interventi volti a incentivare il risparmio energetico negli edifici, in particolare la detrazione fiscale al 55%, sono confermati per un minimo di 10 anni.

Articolo 25
(Cabina di regia)
1. E’ istituita una cabina di regia per l’attuazione della presente legge. La cabina di regia è composta da Stato, Regioni, Enti locali e si avvale del contributo delle associazioni ambientaliste, dei consumatori, delle organizzazioni maggiormente rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori, nonché delle Università e dei centri di ricerca per questioni di specifica rilevanza tecnico scientifica.
2. La Conferenza Stato Regioni definisce la composizione della Cabina di regia senza oneri per lo Stato. Per il suo funzionamento la Cabina di regia utilizza la segreteria del CIPE.
3. La Cabina di regia provvederà alla ricognizione di tutti i contributi pubblici esistenti a qualsiasi titolo e a qualunque livello istituzionale volti ad incentivare l’uso dei combustibili fossili, sia alla produzione che al consumo, e ne proporrà al Governo le modalità di superamento e abolizione.

Articolo 26
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

martedì 27 aprile 2010

L'Italia paga per il nucleare che non ha, ma che aveva: si tratta di oltre 12 miliardi di euro per gestire le scorie radioattive. Questo, nonostante il deposito nazionale ancora non sia stato identificato ufficialmente. Anche se la sede potrebbe essere nell'area di Garigliano, tra Latina e Caserta, che per i vecchi trascorsi viene ritenuta 'la piccola Chernobyl italiana'.

E' questo il contenuto di un dossier dei VERDI presentato nel corso di un'azione di protesta di fronte a Piazza Montecitorio, proprio nell'anniversario dei 24 anni dell'incidente di Chernobyl: ai piedi di un plastico di una centrale nucleare, il presidente dei VERDI, Angelo Bonelli, insieme con altri rappresentanti ha simulato un incidente atomico, con tanto di tute bianche anti-radiazioni e finti malori.

Dalla chiusura delle vecchie centrali ad oggi, si osserva nel dossier, la cifra che i cittadini italiani hanno dovuto pagare per la gestione delle scorie radioattive supera i 12 miliardi di euro senza che sia stato possibile indicare il deposito unico nazionale. La quantita' attuale di rifiuti radioattivi italiani di seconda (scarti di lavorazione) e terza categoria (combustibile irragiato, scorie di riprocessamento) e' pari a circa 90.000 metri cubi: 25.000 attuali e altri 65.000 provenienti dalle centrali in dismissione. A questi bisogna poi aggiungere una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali. Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250.000 anni.

Per quanto riguarda il deposito nazionale a Garigliano, si legge nel dossier dei VERDI, bisogna ricordare che nell'area e' presente l'ex centrale nucleare in fase di smantellamento.

Pertanto, bisognerebbe capire se l'eventuale deposito accoglierebbe le scorie di quella centrale o di tutto il territorio. Secondo i VERDI, tra l'altro, la centrale di Gargliano, definita 'una piccola Chernobyl', e' stata vittima di diversi incidenti. Il primo, nel dicembre 1976 il fiume Garigliano, dice il dossier, che in fase di piena e' entrato nel locale sotterraneo raccogliendo e trscinandosi con se' oltre un milione di litri d'acqua contaminata con radionuclidi. Nell'agosto del 1978 l'impianto chiude. E nel novembre del 1979 si verifica un incidente analogo. Nel novembre del 1980 le piogge abbondanti, aggiunge lo studio, penetrando fuoriescono nel fiume portandosi dietro Cesio 137. Nel novembre del 1982 un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma a Garigliano perde per strada 9.000 litri di acqua con Cobalto 58, Cobalto 60, e Manganese 54. Infine, secondo il dossier, sono documentabili nel 1972 e nel 1976 due esplosioni dei filtri del camino centrale.

Dietro l'accordo con la Francia per la costruzione di reattori nucleari in Italia potrebbero esserci 'accordi riservati per la costruzione di armi atomiche: ovvero, dietro l'accordo Sarkozy-Berlusconi potrebbe esserci un accordo oltre che di cooperazione civile anche di cooperazione militare'. Lo dice Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, nel corso della manifestazione contro il ritorno del nucleare, oggi davanti piazza Montecitorio, a 24 anni dall' incidente che ha causato la tragedia di Cernobyl.

Il 26 aprile del 1986, ricorda Bonelli, 'ci fu il piu' grande incidente nucleare che la storia ricordi e che negli anni ha fatto oltre 200 mila morti'. Per questo, continua il presidente dei Verdi 'chiediamo al governo di fermarsi e di non tornare al nucleare. Ma - aggiunge il leader del ‘Sole che ride' - chiediamo se dietro l'accordo con la Francia si nasconde un'operazione che potrebbe portare alla prima bomba militare italiana'. Anche perche', conclude Bonelli 'il nucleare civile, di solito, va di pari passo con quello militare'

Intanto sarebbe in arrivo un nuovo colpo per le energie rinnovabili ed in particolare per la promozione del solare. 'Hanno deciso di tagliare il conto energia del 20%. Sarebbe, infatti, pronta una bozza che andra' in uno dei prossimi Consigli dei ministri'. A riferirlo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, a margine di una manifestazione contro il ritorno del nucleare in Italia, oggi davanti piazza Montecitorio.

Secondo Bonelli 'sara' un colpo durissimo al mondo delle imprese e delle rinnovabili'.

Il conto energia consiste in una fetta di incentivi e aiuti allo sviluppo di energie rinnovabili con particolare attenzione al fotovoltaico. A quanto detto da Bonelli la bozza in questione sarebbe sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico.

lunedì 19 aprile 2010

Bambini prima affidati e poi tolti
L'Italia dei genitori «usa e getta»
Spesso sono solo un «parcheggio» temporaneo. Raccolta di firme per cambiare la legge

Società

Bambini prima affidati e poi tolti
L'Italia dei genitori «usa e getta»

Spesso sono solo un «parcheggio» temporaneo. Raccolta di firme per cambiare la legge

Una scena di «salvatore questa è la vita», il film di Gian Paolo Cugno che racconta di un professore che chiede l'affidamento di un allievo orfano di genitori
Una scena di «salvatore questa è la vita», il film di Gian Paolo Cugno che racconta di un professore che chiede l'affidamento di un allievo orfano di genitori
MILANO — Ma vengono prima, per la legge, i diritti dei bambini abbandonati o quelli degli aspiranti genitori? È quello che ti domandi leggendo sul sito dell'associazione «La Gabbianella» la testimonianza di Claudio e Cinzia che, come scrivono, sono stati «trafitti a tradimento da una brutta storia di affido». Al centro di questa storia c'è una piccola, Micha, dalla vita travagliata: i primi due mesi (disastrosi) coi genitori naturali, poi in ospedale per denutrizione, poi in «parcheggio d'urgenza» presso una famiglia finché, al sesto mese, viene data in affido a Claudio e a sua moglie. Coi quali resterà per quindici mesi. Felici. A un certo punto, un giudice del Tribunale dei minori, evidentemente informato di come sta crescendo la piccola, chiede ai due se abbiano pensato all'adozione. Claudio e Cinzia sanno di avere qualche anno in più rispetto a quelli previsti dalla legge per chi adotta figlioletti così piccoli. Ma il giudice spiega loro che «si potrebbe procedere verso una adozione speciale/nominale».

Neanche il tempo di sperarci e arriva la doccia fredda: Micha andrà in adozione a un'altra famiglia. I due non capiscono: «Il pediatra si arrabbia quando lo informiamo, dice che dobbiamo prendere un avvocato, questa bimba ha già sofferto tanto nella sua breve vita, ora ha raggiunto un equilibrio, un ulteriore passaggio in un'altra famiglia sarebbe distruttivo. Dice che, se veramente le vogliamo bene, dobbiamo fare di tutto affinché Micha resti dov'è». Portando a sostegno varie testimonianze, cercano di spiegare al presidente del tribunale che la cosa non ha senso e potrebbe danneggiare la bimba: Risposta: «Vi ringraziamo per quello che avete fatto, l'adozione speciale è prevista in casi particolari, questa bambina ha migliori opportunità di vita, ci sono coppie che hanno una domanda di adozione da tre anni quindi con più diritti di voi». Ma come: i diritti di una coppia che desidera un figlio, per quanto diritti legittimi, vengono prima di quelli della creatura che è in ballo? Per carità, magari l'inserimento della piccola si rivelerà alla lunga positivo (l'inizio, a leggere Claudio e Cinzia, è stato traumatico), ma il tema resta: andava privilegiato il bene della bambina o i diritti degli aspiranti genitori? E non sarebbe opportuno un po' di buon senso, in casi come questi, per evitare questi traumi ai piccoli? Il guaio è che di casi così ce ne sono diversi.

Prendiamo quello di Mathias raccontato da Daniela Assembri: «Durante le feste di Natale del 2005, sono passata dagli uffici dei Servizi sociali del Comune della mia città ed ho chiesto se c'era un bambino che avesse bisogno del calore di una casa, per Natale. Avevo già avuto due esperienze di affido e in quegli uffici mi conoscevano. L'assistente sociale mi ha subito proposto un bambino nato da pochi giorni e ancora ricoverato nel reparto maternità dell'ospedale. La giovane famiglia aveva dei problemi. Ho detto di sì con entusiasmo. Mi avrebbero fatto sapere. A metà gennaio 2006 mi confermano l'affido. E così due operatrici dell'Ufficio minori mi portano a casa Mathias, avvolto in una copertina; mi danno alcuni ragguagli sul latte e sugli incontri da fare con i genitori e se ne vanno». Da quel momento, per due anni abbondanti (i due anni fondamentali per la vita di un bambino, quelli in cui impara a camminare, parlare, mangiare, giocare...) lo Stato mostra di fidarsi ciecamente della donna, che è single e vive da sola, senza un marito o un compagno. Una delega piena, totale: «Le assistenti sociali non sono mai venute a casa mia, non hanno mai visto l'ambiente di Mathias, il suo gatto, i suoi giochi, le persone che mi hanno aiutato ad allevarlo (in particolare mio fratello) o che lo hanno tenuto con tanta attenzione e affetto (i miei cari amici)». Finché il giudice decide che il bimbo «parcheggiato» dalla signora Daniela (la quale per lui ha fatto mille rinunce adattandosi all'incertezza burocratica: «Gli compro già il lettino o basterà la carrozzina? E il box? E il girello? E un seggiolino più grande per l'auto? E un nuovo passeggino? E le vacanze? E il mio ritorno al lavoro dopo la maternità? E l'eventuale iscrizione all'asilo?») va dato in adozione. A Daniela? Neanche a parlarne: Mathias le sarà anche affezionato e lei si sarà spesa l'anima per essere una buona mamma, ma santo cielo: non è sposata! Non ha un marito! Per lo Stato va bene come parcheggiatrice, non di più. Ha tirato su lei il bambino e passato lei le notti in bianco quand'era malato e gli ha insegnato lei a dire «mamma» e gli ha mostrato lei la prima volta la luna? Stia al suo posto! E poi tutte quelle domande alle assistenti sociali: cosa sarà del bambino? Dove andrà? La nuova mamma e il nuovo papà sono a posto? Gli vorranno bene? Diamine: non son mica fatti suoi! Conclusione: il piccolo viene tolto a quella che fino a quel momento è stata sua mamma praticamente senza un passaggio delle consegne: «Non ho mai incontrato la famiglia adottiva, pare che sia stata la famiglia stessa a non volermi conoscere».

È giusto così? Vale per Daniela la single, vale per famiglie tradizionali in senso pieno. Come quella, racconta il sito della Gabbianella (www.lagabbianella.org) che accolse la piccola A. e i suoi fratellini: una coppia con «ben cinque figli naturali, che per undici anni ha accolto in affidamento dei bambini, accompagnandoli poi verso altre famiglie adottive o nella loro stessa famiglia naturale». Anche questi genitori «usa e getta»: utilizzati dallo Stato per parcheggiare i tre fratellini e poi scartati per l'adozione di A. (affidata loro quando aveva meno di due mesi) nonostante il parere contrario del Tutore dei minori e del neuropsichiatra, entrambi schierati perché la bimba non venisse spostata dall'ambiente in cui era cresciuta. Per questo «La Gabbianella» presieduta da Carla Forcolin, autrice di più libri sul tema (uno per tutti: Io non posso proteggerti) ha avviato una raccolta di firme per chiedere ai parlamentari un ritocco, messo a punto dall'avvocato Lucrezia Mollica, alla legge 184/83 che regola la materia: «Qualora l'affidamento di un minore si risolva in un'adozione, a causa del mancato recupero della famiglia d'origine, vanno protetti i rapporti instauratisi nel frattempo tra affidati e membri della famiglia affidataria. Va quindi favorita la permanenza del bambino nella famiglia in cui egli già si trova; ove ciò non sia possibile, va comunque tutelato il mantenimento di un rapporto affettivo con la famiglia affidataria, nelle forme e nei modi ritenuti più opportuni dagli operatori, dopo aver ascoltato la famiglia affidataria stessa e la futura famiglia adottiva». Buon senso. Solo buon senso.

venerdì 26 marzo 2010

La decisione di Obama di destinare 8 mld di $ al nucleare,immediatamente interpretata come segno del "ripensamento" rispetto alle energie rinnovabili. . Gli Stati Uniti hanno il più elevato numero di reattori (104) e la più elevata potenza nucleare installata (99 milioni di kw) .La Nuclear Project 2002 e la Energy Policy Act del 2005 miravano all'obiettivo di disporre di energia sicura , accessibile e affidabile. Queste leggi garantivano a chi investiva nel nucleare rapidi procedimenti autorizzativi , incentivi per miliardi di dollari , sostanziose agevolazioni fiscali.Un totale di 18,5 miliardi di dollari. .Le prime 6 centrali fruivano di un credito d'imposta pari a 1,8 centesimi di dollaro per ogni Kwh prodotto.Addirittura modificata la legge Price Anderson Act che costituiva il quadro legislativo di riferimento per la creazione dei fondi di assicurazione dell'industria estesa al 2020.Le manifestazioni d'interesse pur in presenza di tali condizioni , sono state pochissime. Gli Stati Uniti hanno la grande esigenza di programmare entro il 2020 , la sostituzione dei 104 reattori! Considerato il tempo di costruzione di una centrale , per raggiungere l'obiettivo dovrebbero realizzare una centrale ogni 5 mesi.Si badi bene che solo attraverso l'allungamento della la vita media dei reattori da 40 anni a 60 anni si è attenuata la obbligata dinamica sostitutiva.Nei prossimi 30 anni si perderanno nel mondo mediamente 13 milioni di Kw all'anno e sarà impossibile rimpiazzare la potenza nucleare esistente. L'IAEA (International Atomic Energy Agency) negli scenari al 2030 , prevede una riduzione dell'elettro nucleare dal 15% al 9%.In Francia nei prossimi 20 anni la potenza nucleare è prevista diminuire da 63 milioni di Kw a 55(Commissariat al'energiè atomique 2006).Gli Stati Uniti inoltre hanno il problema di riequilibrare il loro patologico debito aggregato , attraverso un incremento delle riesportazione ha dato "ulteriori spiccioli" al nucleare (quasi nulla rispetto ai 100 miliardi di dollari per le rinnovabili), per appoggiare l'industria nazionale nella competizione con i reattori EPR e CANDU e per giocare la grande partita in Congresso del Climate Bill.Il Piano francese porterà nel 2020 a coprire il 23% dei consumi finali di energia , moltiplicando per 400 la potenza fotovoltaica, per dieci quella eolica , per sei la geotermia e per due quella derivante da biomassa.In Gran Bretagna dal 2016 tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissione di carbonio nulla.In Italia si va in visibilio per gli spiccioli di Obama al nucleare ma si evita di dire che i reattori al mondo da sostituire sono 80 e quelli in costruzione 35!Noi che abbiamo il vizio della memoria , ricordiamo l'esplosione dell'impianto di riprocessamento di Chelyabinsk (URSS), la perdita dell'impianto di stoccaggio di Hanford (USA),i riversamenti in oceano dell'impianto di riprocessamento di Sellafield(GB) e infine nel novembre scorso la fuga di radioattività nella centrale di Three Mile Island con l'evacuazione di 150 dipendenti come riportato sul New York Daily News. Propaganda ,lobbysmo e neolisenkismo stanno pregiudicando il futuro energetico del nosto Paese.
Erasmo Venosi

martedì 23 marzo 2010

Verdi: «Ecologia, chiave per affrontare la crisi»
I candidati bresciani: lo sviluppo sostenibile genera posti di
lavoro. La ricetta per le aree inquinate


«La chiave per affrontare l'attuale crisi economica è
l'ecologia». Ad affermarlo è Elisabetta Patelli, presidente de i
Verdi della Lombardia e capolista nelle circoscrizioni di
Milano e Brescia, in queste imminenti elezioni. «L'ambiente
non è né di destra né di sinistra - le fa eco Salvatore Fierro,
coordinatore dei Verdi della Bassa bresciana -; anzi, offriamo
una politica trasversale nella società».
I Verdi hanno elaborato alcune proposte per Brescia, anche
alla luce del confronto con altre zone d'Italia e d'Europa,
nelle quali l'emergenza smog e inquinamento - che
attualmente attanaglia la nostra Provincia - è stata in buona
parte risolta. «Occorre un modello di sviluppo compatibile e
moderno, che tuteli la salute dei cittadini» dichiara Patelli.
La parola d'ordine è pertanto «green economy», ossia «il
mezzo di uscita dalla crisi produttiva e occupazionale, con 300mila nuovi posti di lavoro in Italia»,
sottolinea Fierro. Vanno in primis mappate le aree inquinate con mezzi di rilevamento aereo e poi
adottati i piani di risanamento, «prendendo come esempio quanto fatto in materia dalla Regione
Veneto». Altri punti essenziali, il completamento della Tav Milano-Brescia per garantire il miglioramento
dei trasporti pubblici e una mobilità urbana sostenibile. E anche «no» alla privatizzazione dell'acqua e al
nucleare.
«Ad Aosta sono state ado ttate drastiche risoluzioni che hanno contenuto le emissioni inquinanti -
afferma Giuseppe Ramera di ChiariAmbiente (gruppo locale di Acli Anni Verdi) -; spetta ai bresciani
rendersi conto della grave situazione in cui versa il territorio e pretendere adeguate contromisure.
Purtroppo, Brescia detiene il triste primato per tumori e malattie da inquinamento».
I Verdi - in lista anche Vincenzo Falchetta, Giambattista Schena, Roberto Bellan, Sergio Sellitto -
propongono dunque l'apertura di un Centro di ricerca per le fonti energetiche rinnovabili e denunciano,
inoltre, «il consumo scellerato del suolo, «come è accaduto - spiega Ramera - a Chiari».
Dopo le regionali, i Verdi rafforzeranno la proposta di una «costituente ecologista» moderna e popolare,
su modello di quella francese, «che risponda al dramma occupazionale del Paese». Per un sole che
possa ridere davvero.
Alessandra Stoppini
Direttore responsabile: Giacomo Scanzi | 23 marzo 2010 | Il tuo profilo
Verdi: «Ecologia, chiave per affrontare la crisi»
I candidati bresciani: lo sviluppo so... Page 1 of 1
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lunedì 22 marzo 2010


chez angelo's
"
a Magenta, un brunch "solare" , nonostante il tempo tutt'altro che primaverile. gente simpatica e cordiale, clima rilassante e piacevole, cibo buono e vino buonissimo.

venerdì 19 marzo 2010

DOMENICA 21/3/2010 ALLE ORE 11.30
IN PIAZZA SAN BABILA / VITTORIO EMANUELE, I VERDI PRESENTERANNO LA LISTA DEI CANDIDATI ALLE REGIONALI ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANGELO BONELLI

SARA’ UN’OCCASIONE PER PARLARE DEI TEMI E DEI PROGRAMMI PER LE REGIONALI: DIFESA DEL SUOLO, ACQUA PUBBLICA, ENERGIE ALTERNATIVE IN PARTICOLARE VERRANNO FORNITI DATI SULLO SMOG A MILANO.

ALLA CONFERENZA STAMPA INTERVERRANNO :

ELISABETTA PATELLI PRESIDENTE REGIONALE
LA CONSIGLIERA DI ZONA 3 MARIOLINA DE LUCA
ENRICO FEDRIGHINI CONSIGLIERE COMUNALE DI MILANO
E ALTRI CANDIDATI DELLA LISTA DEI VERDI ALLE REGIONALI

AI PARTECIPANTI VERRA’ OFFERTO UN APERITIVO BIOLOGICO

18 MARZO 2010