Chi sono
Candidata Sindaco per il comune di Como alle elezioni del 6 e 7 maggio 2012 per la lista Ecologisti e reti civiche.
Nata a Como nel 1962. Laureata in Architettura e insegnante di Progettazione all’istituto Statale d’Arte per l’arredamento di Lomazzo. Membro del consiglio nazionale degli Ecologisti e Reti Civiche, responsabile regionale dei Verdi e portavoce dei Verdi di Como, è stata consigliera comunale dal 2002 al 2007 e membro della Commissione urbanistica Comune di Como. E’ promotrice di progetti ambientali nelle scuole, del Parco Canile della Valbasca e del Piano del Verde della città di Como. Impegnata in progetti di cooperazione internazionale a sostegno dei minori in difficoltà.
giovedì 22 dicembre 2011
tetto agli stipendi pubblici d'oro?
del messaggio
Sono stati stabiliti dei tetti per le retribuzione dei dirigenti pubblici? evabbe'!!! Cambia molto??
Si e no.
Sì: il Consiglio regionale del Lazio in modo bipartisan ha pensato bene di aumentare lo stipendio dei dirigenti dei gruppi consiliari. Oggi prendono 4500 euro netti, arriverebbero a incassarne 7500.
No:Ora spostiamoci un po’ più al Nord..a Como per l’esattezza. Ebbene il segretario comunale della città lariana, Nunzio Fabiano, guadagna più del Capo dello Stato.
Sì quest’uomo guadagna più del presidente Napolitano: nel 2010 il Capo di Stato ha guadagnato 239mila euro, mentre il segretario comunale di Como 297mila euro.E a cascata un bel mucchio di dirgenti. quelle cifre che trovate nella pagina " trasparenza" del Comune vanno assommate a benefit, appartamenti in comodato gratuito e ammennicoli vari. probabilmente ci sara' un ritocco degli stipendi verso il basso per rientrare nel tetto Monti e verso l'alto dei benefit.Giustamente su questo ed altro i tecnici di governo in Tv diventano rossi come peperoni. Beh , almeno questo glielo riconosciamo.
mercoledì 21 dicembre 2011
la vicenda del liceo agnesi a milano
Da madre,da insegnante e da responsabile politica sono molto colpita dalla vicenda del liceo Agnesi di Milano e dalla prospettata sospensione di 150 studenti che hanno deciso di riunirsi senza autorizzazione per denunciare le condizioni in cui si trova l’edificio in cui studiano .
Sono nata e cresciuta nei bei tempi andati, quando la scuola era circondata da un’ aura di rispetto , quando gli insegnanti venivano salutati con riverente ossequio e i genitori erano sempre e a prescindere schierati dalla parte delle istituzioni scolastiche . Guai a mettere in discussione la parola dei docenti e anche quando il profitto era buono c’era sempre un che di apprensione nell’attesa , fuori dalla porta ,dell’esito del colloquio genitori/insegnanti.
Nonostante vivessimo da studenti sulla nostra pelle gli eccessi di quel sistema, ne siamo rimasti profondamente condizionati , noi” figli della plastica” , generazione nata negli anni sessanta, così profondamente convinti della necessita’ delle regole ,strenui paladini del dovere e del rispetto verso uomini e cose. Un generazione schiacciata tra i figli dei fiori del disimpegno educativo e i genitori delle generazioni nuove ,indulgenti , complici, fiancheggiatori , avvocati perpetui di figli immaturi coi quali condividono smanie tatoo e intimi segreti.
Io,classe Sessantadue, terra di mezzo, nulla da spartire ne’ con gli hippies ne’con la generazione botox , ho ancora la convinzione profonda della necessita’ di una sana autorevolezza , basata sulle regole , sul rispetto, esercitata quotidianamente prima di tutto con l’esempio personale . Tendenzialmente sarei incline a solidarizzare con un preside che esce dal cerchio dei dirigenti ostaggio di arroganti genitori, ospiti fissi delle presidenze , ma la vicenda del liceo Agnesi. mi pare clamorosa per come sia stato possibile la maturazione di una prova di forza su di un problema in cui le parti, vittime entrambi, sono divenute paradossalmente antagoniste.
Come e’ possibile che la politica scellerata della istruzione pubblica al ribasso , della dismissione della formazione , del disinvestimento sul futuro dei giovani, invece di stimolare una reazione univoca e solidale a difesa di cio’che ogni paese mette tra le azioni prioritarie’ per il proprio riscatto, anche economico, l’istruzione ,abbia separato le parti offese mettendole l’una contro l’altra?
L’unica risposta di buon senso e’ venuta dai ragazzi , con le modalita’ ovvie e naturali della loro eta’ , nel merito consapevole e responsabile verso una ingiustizia che danneggia se’ stessi ma anche il paese intero .
Invece di reprimere autoritariamente questa sana reattività , contrapponendo risibili regolamenti di Istituto , varrebbe la pena riflettere profondemente sulle reali responsabilita’ , che sono degli adulti e della politica passata e presente. Adulti che dovrebbero anzitutto chiedersi come puo’ un adolescente crescere e diventare uomo consapevole se attorno a sè vede solamente le prove di quanto lo Stato non sia disposto ad investire su di lui, sulla sua formazione. Adulti che dovrebbero sapere che la crisi economica non puo’ essere scaricata sui figli. Adulti che dovrebbero salutare le rimostranze vivaci e fresche di un adolescente che dice no come un segnale di speranza , come un sollievo che nonostante gli errori dei grandi ci sono piccoli che crescono.
Sono nata e cresciuta nei bei tempi andati, quando la scuola era circondata da un’ aura di rispetto , quando gli insegnanti venivano salutati con riverente ossequio e i genitori erano sempre e a prescindere schierati dalla parte delle istituzioni scolastiche . Guai a mettere in discussione la parola dei docenti e anche quando il profitto era buono c’era sempre un che di apprensione nell’attesa , fuori dalla porta ,dell’esito del colloquio genitori/insegnanti.
Nonostante vivessimo da studenti sulla nostra pelle gli eccessi di quel sistema, ne siamo rimasti profondamente condizionati , noi” figli della plastica” , generazione nata negli anni sessanta, così profondamente convinti della necessita’ delle regole ,strenui paladini del dovere e del rispetto verso uomini e cose. Un generazione schiacciata tra i figli dei fiori del disimpegno educativo e i genitori delle generazioni nuove ,indulgenti , complici, fiancheggiatori , avvocati perpetui di figli immaturi coi quali condividono smanie tatoo e intimi segreti.
Io,classe Sessantadue, terra di mezzo, nulla da spartire ne’ con gli hippies ne’con la generazione botox , ho ancora la convinzione profonda della necessita’ di una sana autorevolezza , basata sulle regole , sul rispetto, esercitata quotidianamente prima di tutto con l’esempio personale . Tendenzialmente sarei incline a solidarizzare con un preside che esce dal cerchio dei dirigenti ostaggio di arroganti genitori, ospiti fissi delle presidenze , ma la vicenda del liceo Agnesi. mi pare clamorosa per come sia stato possibile la maturazione di una prova di forza su di un problema in cui le parti, vittime entrambi, sono divenute paradossalmente antagoniste.
Come e’ possibile che la politica scellerata della istruzione pubblica al ribasso , della dismissione della formazione , del disinvestimento sul futuro dei giovani, invece di stimolare una reazione univoca e solidale a difesa di cio’che ogni paese mette tra le azioni prioritarie’ per il proprio riscatto, anche economico, l’istruzione ,abbia separato le parti offese mettendole l’una contro l’altra?
L’unica risposta di buon senso e’ venuta dai ragazzi , con le modalita’ ovvie e naturali della loro eta’ , nel merito consapevole e responsabile verso una ingiustizia che danneggia se’ stessi ma anche il paese intero .
Invece di reprimere autoritariamente questa sana reattività , contrapponendo risibili regolamenti di Istituto , varrebbe la pena riflettere profondemente sulle reali responsabilita’ , che sono degli adulti e della politica passata e presente. Adulti che dovrebbero anzitutto chiedersi come puo’ un adolescente crescere e diventare uomo consapevole se attorno a sè vede solamente le prove di quanto lo Stato non sia disposto ad investire su di lui, sulla sua formazione. Adulti che dovrebbero sapere che la crisi economica non puo’ essere scaricata sui figli. Adulti che dovrebbero salutare le rimostranze vivaci e fresche di un adolescente che dice no come un segnale di speranza , come un sollievo che nonostante gli errori dei grandi ci sono piccoli che crescono.
domenica 11 dicembre 2011
COMUNICATO STAMPA: "ECOLOGISTI E RETI CIVICHE DI COMO" LANCIANO ALLARME SU OPERAZIONE IMMOBILIARE SOPRA SANTA TERESA
Qual’e’ il motivo che puo’ portare alla scelta di disegnare strisce pedonali che vanno a sbattere contro un muro, mettendo a repentaglio ogni giorno la vita dei passanti e di una cinquantina di residenti?(foto1 .strisce). A buon senso nessuno.
Per capire le ragioni bisogna mettere insieme il puzzle di un progetto complesso assai piu’opinabile: un consistente intervento edilizio che interessa una bella fetta di versante della collina a ridosso della via Nino Bixio, subito dopo il ponte della ferrovia a Santa Teresa sulla via Dell’Orto. Un versante molto ripido, in fascia di vincolo ferroviario, nel parco Spina Verde, coperto da boscoin area geologica molto delicata ,come testimoniano porzioni di frane naturali,caratterizzato dal passaggio del torrente Santa Teresa. (foto3. valletto Santa Teresa)
Di questo intervento denunciamo pubblicamente la problematica ambientale, le questione della sicurezza per persone e cose e il rispetto dei diritti dei cittadini residenti. Infatti , per costruire 2 condomini a monte, su una stretta balza di terreno attualmente priva di accesso carrabile e immersa nel bosco fittamente piantumato( foto2. balza), e’ stato presentato un progetto che prevede la modifica della viabilita’ della via Bixio ,la demolizione delle scalette di accesso della ferrovia , lo sbancamento delle 3 rampe dell’attuale strada pedonale Dell’Orto(FOTO), la realizzazione di ascensori in caverna dalla via Bixio ai nuovi condomini, la realizzazione di una strada carrabile a doppio senso con parcheggi laterali ,con distruzione di bosco e presumibilmente interrando il torrente Santa Teresa.
La baraccopoli adiacente alla ferrovia(foto4.baraccopoli) e l’evidente stato di abbandono dei luoghi richiedono un immediato intervento del Comune per verificare le opere esistenti e a ridare decoro ad un’ area che costituisce un quadro naturale panoramico significativo ; ma non deve indurla a consentire a cuor leggero un intervento di tale impatto che comporta sostituzione di un pezzo di bosco, problematiche geologiche e geotecniche , di stabilita’ e di messa in sicurezza del versante, problematiche connesse alle tecniche costruttive invasive, all’ utilizzo di mezzi pesanti e probabili effetti sulle proprieta’ circostanti.
Infine i residenti non sono stati informati di tutta questa operazione, anche se comporta la demolizione delle rampe pedonali di accesso della loro casa , lo stravolgimento del contesto naturale e pone una ipoteca sulla sicurezza delle loro case. Se ne sono accorti casualmente,cogliendo sul fatto un taglio non autorizzato di alcune essenze nel bosco (foto 5.taglio alberi) e scoprendo un bel giorno le strisce spostate contro il muro.
Elisabetta Patelli
ECOLOGISTI e RETI CIVICHE COMO
Qual’e’ il motivo che puo’ portare alla scelta di disegnare strisce pedonali che vanno a sbattere contro un muro, mettendo a repentaglio ogni giorno la vita dei passanti e di una cinquantina di residenti?(foto1 .strisce). A buon senso nessuno.
Per capire le ragioni bisogna mettere insieme il puzzle di un progetto complesso assai piu’opinabile: un consistente intervento edilizio che interessa una bella fetta di versante della collina a ridosso della via Nino Bixio, subito dopo il ponte della ferrovia a Santa Teresa sulla via Dell’Orto. Un versante molto ripido, in fascia di vincolo ferroviario, nel parco Spina Verde, coperto da boscoin area geologica molto delicata ,come testimoniano porzioni di frane naturali,caratterizzato dal passaggio del torrente Santa Teresa. (foto3. valletto Santa Teresa)
Di questo intervento denunciamo pubblicamente la problematica ambientale, le questione della sicurezza per persone e cose e il rispetto dei diritti dei cittadini residenti. Infatti , per costruire 2 condomini a monte, su una stretta balza di terreno attualmente priva di accesso carrabile e immersa nel bosco fittamente piantumato( foto2. balza), e’ stato presentato un progetto che prevede la modifica della viabilita’ della via Bixio ,la demolizione delle scalette di accesso della ferrovia , lo sbancamento delle 3 rampe dell’attuale strada pedonale Dell’Orto(FOTO), la realizzazione di ascensori in caverna dalla via Bixio ai nuovi condomini, la realizzazione di una strada carrabile a doppio senso con parcheggi laterali ,con distruzione di bosco e presumibilmente interrando il torrente Santa Teresa.
La baraccopoli adiacente alla ferrovia(foto4.baraccopoli) e l’evidente stato di abbandono dei luoghi richiedono un immediato intervento del Comune per verificare le opere esistenti e a ridare decoro ad un’ area che costituisce un quadro naturale panoramico significativo ; ma non deve indurla a consentire a cuor leggero un intervento di tale impatto che comporta sostituzione di un pezzo di bosco, problematiche geologiche e geotecniche , di stabilita’ e di messa in sicurezza del versante, problematiche connesse alle tecniche costruttive invasive, all’ utilizzo di mezzi pesanti e probabili effetti sulle proprieta’ circostanti.
Infine i residenti non sono stati informati di tutta questa operazione, anche se comporta la demolizione delle rampe pedonali di accesso della loro casa , lo stravolgimento del contesto naturale e pone una ipoteca sulla sicurezza delle loro case. Se ne sono accorti casualmente,cogliendo sul fatto un taglio non autorizzato di alcune essenze nel bosco (foto 5.taglio alberi) e scoprendo un bel giorno le strisce spostate contro il muro.
Elisabetta Patelli
ECOLOGISTI e RETI CIVICHE COMO
venerdì 2 dicembre 2011
la fiat barcolla e minaccia , piccole e grandi imprese investono sulla'auto sostenibile
Torino è una piccola quadriciclo ma somiglia più a una city car elettrica. Nasce grazie alla sinergia della rete d’imprese Amifevs costituita da sei aziende: Polimodel, Modarte, Ifevs, Istituto Ipm, Rossovivodesign, Integrare e Bitron. Ha 3 posti, uno avanti e due dietro, autonomia di 150 Km, batteria a Litioioni da 11 kw e consuma 70 Wh per chilometro.
Dunque, mentre la Fiat delocalizza e non crede nella produzione di auto elettriche, i piccoli imprenditori torinesi navigano controcorrente e investono in un progetto che si incastonerà nella Smart City del futuro. Entrerà in produzione tra il 2013 e il 2015 e costerà intorno ai 15mila euro.
Tra le 191 industrie pesanti che nel 2009 hanno inquinato maggiormente l’aria in Europa c’è la Centrale termoelettrica Federico II di Brindisi che si piazza al 18esimo posto dietro industrie tedesche, polacche e francesi. In quella stessa centrale ogni anno si tiene un mega concerto a porte aperte.
La classifica che comprende 622 industrie è stata redatta dall’ EEA, l’Agenzia Europea per l’ambiente, che accanto alla hit presenta anche il conto e per ogni industria computa i costi ambientali in euro. In totale in Italia inquiniamo per oltre 12 milioni di euro. Si tirano così le somme sia dei volumi di C02, azoto, PM10 emessi, sia le somme dei costi sanitari e ambientali dell’inquinamento: a essere più care le industrie che producono energia.
La Germania è in assoluto lo Stato membro che inquina di più, segue la Polonia, Regno Unito, Francia e Italia. L’inquinamento dell’aria da parte della grossa industria europea ha un costo stratosferico: tra i 102 e i 169 miliardi di euro solo nel 2009. I dati emergono dal Rapporto Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe.
Tra le industrie lombarde troviamo nei posti alti la Enipower S.P.A. Stabilimento Di Ferrera Erbognone(PV) al 189° posto.
Piu’ in giù nell’elenco troviamo la Centrale Temoelettrica Di Tavazzano E Montanaso Lombardo (LO);la Centrale Termoelettrica Di Turbigo (MI); la Centrale termoelettrica di Cassano d’ Adda(MI);la Raffineria Di Sannazzaro De' Burgondi(PV);la Italcementi di Calusco d’Adda(BG); la Cementeria di Rezzato(BS)
Enipower Mantova ;la Centrale Termoelettrica Di Ostiglia(MN)
Cementerai di Rezzato(BS)
giovedì 1 dicembre 2011
cane spara per sbaglio nel sedere del cacciatore
SCUSATE ............... NON HO RESISTITO
.Usa, cane sale su fucile e spara per sbaglio al sedere del cacciatore
....Salt Lake City (Utah, Usa), 1 dic. (LaPresse/AP) - Strana storia durante una battuta di caccia nello Stato dello Utah, dove il cane di un cacciatore di uccelli è salito su un fucile facendo partire un colpo e ferendo il padrone sul sedere. Il vicesceriffo Kevin Potter racconta che il 46enne era in barca con un amico a cerca di anatre, quando ha lasciato la piccola imbarcazione senza prendere la carabina. A quel punto il cane è salito sull'arma aprendo per sbaglio il fuoco e colpendo il padrone nel didietro da una distanza di tre metri. Non è chiaro se il fucile avesse la sicura, ma per fortuna il cacciatore non si è ferito gravemente grazie agli stivaloni che indossava. L'uomo è stato comunque portato in ospedale dopo una battuta di caccia che di sicuro non dimenticherà facilmente.
...
mercoledì 30 novembre 2011
Gravisime le accuse che hanno portato all'arresto delvicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani (Pdl), arrestato all'alba dai carabinieri di Brescia. L'inchiesta riguarda i cantieri della Brebemi, nel territorio milanese e bergamasco. I reati contestati sono di particolare gravità: traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione. Nell'ordinanza si cita una tangente da centomila euro.Destinatarie di ordinanze di custodia cautelare anche altre nove persone, tra cui un alto dirigente dellAgenzia regionale per l'ambiente lombarda (Arpa).
Sono 150 i carabinieri del Comando Provinciale di Brescia, con personale del Ris e un elicottero di Orio al Serio che stanno arrestando imprenditori, funzionari pubblici e politici.
Sono state sequestrate la cava di Cappella Cantone (Cremona), destinata a discarica di amianto, un impianto di trattamento rifiuti a Calcinate (Bergamo) e due cantieri della Brebemi a Cassano d'Adda (Milano) e Fara Olivana con Sola (Bergamo).
Questa drammativa vicenda dimostra da un parte come l'ambiente deve essere affidato ad ambientalisti veri e non a chi approfitta dell'ecologia per fare affari , anche molto sporchi . E' quanto mai inoltre urgente su tutto il territorio nazionale una azionr coordinata che coinvolga gli enti locali per combattere le ecomafie , a partire dalla Lombardia che e' l avamposto mafioso al Nord.
Anche Como e' stata crocevia di rifiuti tossici tritati eportati abusivamente in altri cantieri, tra cui quello dell'ospedale nuovo S.Anna.Un ospedale su macerie mortali! Chiediamo al Sindaco di informare i cittadini sullo stato di accertamento dei viaggi dei veleni nel nostro territorio e quali misure di cautela ha preso l'Amministrazione per vigilare sugli appalti!"
lunedì 28 novembre 2011
I dati di Como sono allarmanti sia per le pm10 che per le pm2,5(neppure prese in considerazione) e si finta di nulla
I dati dell’inquinamento atmosferico in citta’ sono a dir poco allarmanti: interrottamente dal 13 di novembre, TUTTI I GIORNI i valori del PM10 sono oltre la soglia, con un picco di oltre il doppio del valore limite (108) del 21 novembre.
Un’altra cosa stupefacente e’ che i dati del PM2,5 , cioe’ del particolato piu’ fine e piu’ pericoloso perche’ penetra assai piu’ a fondo nelle vie aeree creando danni ancora piu’ gravi, non vengono neppure mai citati , anzi vengono rappresentati nei grafici Arpa come se fossero normali. L’Arpa risponde che non ci sono soglie stabilite per legge ,a me risulta invece che il micidiale particolato fine (Pm2,5) per legge non dovrebbe superare in media i 20 microgrammi/metro cubo,l’Unione Europea ha imposto i il valore limite dei 25 mcg/mc, ma per l'Oms non dovrebbe andare oltre i 10 mcg/mc. La centralina di via Cattaneo rileva costantemente valori del PM2,5 sopra il limite di sicurezza indicato dall’Oms e dal 12 novembre nettamente sopra anche ai valori europei , anche qui col picco eccezionale di 92 mcg/mc del 21 novembre
Controtendenza lo smog torna a crescere
Le analisi comparate effettuate nel Nord Italia nel 2011 ci segnalano purtroppo una inversione di tendenza negativa : mentre negli ultimi anni si rilevava un generale miglioramento, i dati di ottobre e novembre 2011 segnalano che lo smog ricomincia a crescere di piu’ rispetto agli anni scorsi.
Il progetto europeo Aphekom (Improving Knowledge and Communication for Decision Making on Air Pollution and Health in Europe) ,coordinato dall’Istituto Francese per la Sorveglianza della Salute Pubblica e co-finanziato dall'Ue, è il frutto di un lavoro condotto da 60 scienziati nel corso di 3 anni in 25 città d'Europa sugli effetti dell'inquinamento atmosferico .Lo studio sulla base del superamento della concentrazione del valore limite di Pm2,5 ha concluso che se le città europee rispettassero il limite dell'Oms 10mcg/mc, salverebbero 19.000 vite l’anno e risparmierebbero 31,5 miliardi in cure mediche e assenteismo dal lavoro
Nel dettaglio Apekhom ha dimostrato che chi vive a meno di 150 metri dalle strade piu’ trafficate rischia di ammalarsi dal 15% al 30% in piu’ di asma, nel caso dei bambini e di malattie cardiovascolari ,nel caso degli anziani. I risultati dello studio sono stati messi a disposizione degli amministratori pubblici i quali hanno la responsabilita’ di determinare il futuro dei loro cittadini .
Regione e Comune non fanno nulla
Invece la Regione Lombardia ,che ha la competenza di piani coordinati di intervento, nel 2011 ha indetto solo 2 riunioni, una ad inzio anno ed una in autunno , con la motivazione che l’inquinamento in Lombardia non e’ una emergenza.
Anche sul piano comunale vige l’inerzia totale: il Sindaco che ha la responsablita’ legale della salute dei cittadini da sempre finge o che il problema non esiste o che e' un fenomeno incontrovertibile.
Proposta: idee concrete per agire sul sistema della mobilita’
E’ ufficialmente riconosciuto , per quel che riguarda le PM10 che la fonte principale e’ il traffico. Dopo la scorsa domenica “ a spasso”di Milano, il Pm10 rilevato dalla centralina centrale di via Senato e’ passato dai 97mcg/mc ai 72 mcg/mc, quella piu’ periferica di Citta Studi e’ rimasta stabile per il Pm10 ma ha registrato un netto miglioramento per le PM2,5. Ovviamente la sitazione generale e’ tornata gravissima da lunedi. Siccome ci rendiamo conto che i provvedimenti impopolari sono lo spauracchio dei nostri politici , siamo disposizione dell’Amministrazione con delle proposte concrete sulla mobilita’ da sperimentare anche iniziando in modo soft. Purche' si cominci ad ammettere il problema e a fare qualcosa!
Elisabetta Patelli
I dati dell’inquinamento atmosferico in citta’ sono a dir poco allarmanti: interrottamente dal 13 di novembre, TUTTI I GIORNI i valori del PM10 sono oltre la soglia, con un picco di oltre il doppio del valore limite (108) del 21 novembre.
Un’altra cosa stupefacente e’ che i dati del PM2,5 , cioe’ del particolato piu’ fine e piu’ pericoloso perche’ penetra assai piu’ a fondo nelle vie aeree creando danni ancora piu’ gravi, non vengono neppure mai citati , anzi vengono rappresentati nei grafici Arpa come se fossero normali. L’Arpa risponde che non ci sono soglie stabilite per legge ,a me risulta invece che il micidiale particolato fine (Pm2,5) per legge non dovrebbe superare in media i 20 microgrammi/metro cubo,l’Unione Europea ha imposto i il valore limite dei 25 mcg/mc, ma per l'Oms non dovrebbe andare oltre i 10 mcg/mc. La centralina di via Cattaneo rileva costantemente valori del PM2,5 sopra il limite di sicurezza indicato dall’Oms e dal 12 novembre nettamente sopra anche ai valori europei , anche qui col picco eccezionale di 92 mcg/mc del 21 novembre
Controtendenza lo smog torna a crescere
Le analisi comparate effettuate nel Nord Italia nel 2011 ci segnalano purtroppo una inversione di tendenza negativa : mentre negli ultimi anni si rilevava un generale miglioramento, i dati di ottobre e novembre 2011 segnalano che lo smog ricomincia a crescere di piu’ rispetto agli anni scorsi.
Il progetto europeo Aphekom (Improving Knowledge and Communication for Decision Making on Air Pollution and Health in Europe) ,coordinato dall’Istituto Francese per la Sorveglianza della Salute Pubblica e co-finanziato dall'Ue, è il frutto di un lavoro condotto da 60 scienziati nel corso di 3 anni in 25 città d'Europa sugli effetti dell'inquinamento atmosferico .Lo studio sulla base del superamento della concentrazione del valore limite di Pm2,5 ha concluso che se le città europee rispettassero il limite dell'Oms 10mcg/mc, salverebbero 19.000 vite l’anno e risparmierebbero 31,5 miliardi in cure mediche e assenteismo dal lavoro
Nel dettaglio Apekhom ha dimostrato che chi vive a meno di 150 metri dalle strade piu’ trafficate rischia di ammalarsi dal 15% al 30% in piu’ di asma, nel caso dei bambini e di malattie cardiovascolari ,nel caso degli anziani. I risultati dello studio sono stati messi a disposizione degli amministratori pubblici i quali hanno la responsabilita’ di determinare il futuro dei loro cittadini .
Regione e Comune non fanno nulla
Invece la Regione Lombardia ,che ha la competenza di piani coordinati di intervento, nel 2011 ha indetto solo 2 riunioni, una ad inzio anno ed una in autunno , con la motivazione che l’inquinamento in Lombardia non e’ una emergenza.
Anche sul piano comunale vige l’inerzia totale: il Sindaco che ha la responsablita’ legale della salute dei cittadini da sempre finge o che il problema non esiste o che e' un fenomeno incontrovertibile.
Proposta: idee concrete per agire sul sistema della mobilita’
E’ ufficialmente riconosciuto , per quel che riguarda le PM10 che la fonte principale e’ il traffico. Dopo la scorsa domenica “ a spasso”di Milano, il Pm10 rilevato dalla centralina centrale di via Senato e’ passato dai 97mcg/mc ai 72 mcg/mc, quella piu’ periferica di Citta Studi e’ rimasta stabile per il Pm10 ma ha registrato un netto miglioramento per le PM2,5. Ovviamente la sitazione generale e’ tornata gravissima da lunedi. Siccome ci rendiamo conto che i provvedimenti impopolari sono lo spauracchio dei nostri politici , siamo disposizione dell’Amministrazione con delle proposte concrete sulla mobilita’ da sperimentare anche iniziando in modo soft. Purche' si cominci ad ammettere il problema e a fare qualcosa!
Elisabetta Patelli
COMUNICATO STAMPA
>
> Un altro piccolo pezzo di citta' soccombe all'assalto del cemento : la casa Porta , in Via Tommaso Grossi 15 ,tipica dimora del novecento comasco con un bel giardino urbano piantumato, situata in una zona centrale della citta' sta per essere rasa al suolo , al suo posto comparira' una bella torre di 7 piani che occupera' voracemente tutto il lotto . A poco sono valse le resistenze della Soprintendenza, la pressione dei committenti e della politica hanno spianato la strada ad un altro intervento massiccio nel cuore di Como. Improvvisamente qualche pregevole essenza ,che ha vissuto nel bel giardno finora , ha cominciato ad ammalarsi.. I residenti esasperati ,ome molti altri cittadini .hanno avviato una raccolte firme per protestare contro questo sistematico cannbalismo del suolo comasco. In pochi giorni e' stat a raggiunta una sessantina di firme.
> Nonstante un mercato immobiliare saturo , la speculazione continua ad avanzare inesorabile ; nelle more di un piano di governo del territorio chiuso in qualche cassetto , qualcuno se ne approfitta per fare man bassa di quel poco di terra che resta. Purtroppo i danni che questi speculatori infliggono alla nostra citta' perdureranno nel tempo , consegnando ai posteri una citta' sempre piu' deturpata e congestionata.
> E' quanto mai urgente che si arrivi ad un PGT a misura d'uomo .Immediatamente urgono il censimento degli immobili invenduti a Como e una moratoria dei nuovi insediamenti fino al nuovo piano. EP
giovedì 27 gennaio 2011
Ci tengo molto a scrivere qualche pensiero in occasione della giornata della Memoria.Ci tengo come madre , come insegnante , come politico ,tre figure che oggi hanno il dovere di riaffermare in tutti i modi e in tutte le sedi i principi fondamentali su cui e’ nata la nostra democrazia e a lavorare per il risveglio di una coscienza collettiva di fronte all’attacco costante che gli stessi subiscono oggi .
Oggi chi ci governa attacca la Costituzione, le istituzioni di garanzia costituzionale, a partire dalla magistratura fino al Presidente della Repubblica , perseverando in comportamenti criminosi e immorali nella folle corsa verso un nuova forma di autoritarismo. Un nuovo potere assoluto che forse non assume gli stessi attributi esplicitamente dittatoriali del fascismo , ma che lo ricalca nelle proposte di arresto preventivo per reprimere il desiderio di giustizia e di diritti dei giovani che non ci stanno.
Una giostra vergognosa di nani e ballerine che diventa ahimè persino un modello culturale a cui tendere, a cui aspirare.
Oggi -forse non a caso- ho ricevuto per la seconda volta un invito su facebook di adesione ad una iniziativa che si sta diffondendo sui social network tra le donne:” riscopriamo le grandi donne del passato, per permettere a quelle del presente di avere modelli diversi di identificazione .Scegli una grande donna della storia e usane la foto nel tuo profilo”.
Un altro modo per dire BASTA
. Quale figura femminile scegliere? Non ho dovuto andare molto lontano , e’ bastato che guardassi accanto a me, nella mia famiglia: ho scelto Carla Badiali.
Ne ripropongo un breve ritratto attraverso le parole di Giuseppe Guin :
Era la sera del 9 novembre del 1917. La sera del suo decimo compleanno. Carla se ne stava seduta nella sua stanza, al secondo piano della casa di Sant’Etienne, in Francia. Quando il padre, Ettore, entrò, la vide ancora una volta con una matita smozzicata in mano e altre, colorate, con la punta squadrata. «Carla è pronta la torta e c’è anche un regalo per te» le disse e la portò nella sala da pranzo dove, proprio in mezzo al tavolo, accanto alle dieci candele accese, stava un pacco con un grande fiocco verde, a fiori rossi. Carla lo aprì, prima ancora di soffiare sulle candele e, dentro, trovò una scatola di latta con 24 colori ad olio. «Così la smetterai di usare le mie matite», le disse sorridendo papa Ettore e, da quella sera, la piccola Carla comincio a giocare con i colori. Era il 1917 da lì a qualche anno la famiglia si sarebbe trasferita a Como e nessuno sapeva ancora che quella bambina, che consumava le matite, sarebbe diventata un’artista, uno dei simboli dell’astrattismo, l’unica donna ad esporre alla Biennale di Venezia del 1942, un genio del disegno su tessuto.
Scoppiata la guerra,Carla si schierò con i partigiani, come partigiano era il marito Alessandro(poi internato a Mauthausen, sopravvissuto e tra i fondatori del Partito d’Azione ), di origini ebraiche. La mattina del 12 giugno 1944, prima dell’alba, sentì bussare. Colpi secchi, rabbiosi, insistenti. Dopo pochi attimi, Carla e Alessandro si trovarono entrambi sbattuti su un camion, stretti tra uomini in divisa, che puzzavano di grappa e tabacco. Li portarono a Milano, nella famigerata Villa Triste, dove i fascisti della banda Koch facevano confessare chiunque. Carla venne lasciata sola, per ore, in una stanza buia e umida, poi due ceffi della peggior specie, la portarono dal marito. Stava seduto per terra, nudo, occhi pesti, gambe livide e un fiotto di sangue che gli scendeva dalla testa fin sul petto. «Così finiscono quelli che non parlano» le dissero e la portarono nella stanza degli interrogatori. Non disse una parola, Carla Badiali. Non rivelò un nome, non svelò un nascondiglio, non tradì un solo amico. Immobile. Impassibile. E finì anche lei come il marito, buttata per terra, lividi sul corpo e il sangue che le scendeva a fiotti.
La rinchiusero a San Vittore, compagna di cella di Lisetta Foa, incinta di qualche mese. Fu proprio lì, accanto a quella futura madre, che anche Carla scoprì di aspettare il figlio di Alessandro, «I nostri bambini non nasceranno qua dentro - disse alla Lisetta - da qui dobbiamo scappare». Aspettò il pasto di mezzogiorno. Nelle ciotole di alluminio le portarono, quella volta, degli spaghetti scotti al pomodoro. Lei raccolse il sugo in un fazzoletto di carta e trangugiò la pasta. Aspettò che i secondini se ne andassero, poi si spalmò sulle gambe il sugo di pomodoro e cominciò ad urlare. Le piombarono addosso in tre. Arrivò il medico del carcere e venne trasferita per minaccia di aborto al Policlinico. Ci rimase pochi giorni. Una notte, dalle finestre del primo piano, che davano su via Commenda, entrarono due partigiani, con il volto coperto da un passamontagna. Disarmarono i due federali che la piantonavano, li stordirono con un colpo alla nuca e portarono via la minuscola Badiali, così com’era, in camicia da notte.
«Non ho fatto la Resistenza",-diceva sempre-" ho fatto semplicemente resistenza con i mezzi che avevo» e i suoi mezzi erano le incredibili capacità artistiche. Gli uomini delle Brigate nere avevano arrestato Franco Momigliano e bisognava a tutti i costi portarlo via dal carcere. L’ordine arrivava direttamente dai vertici del Cln e gli emissari comaschi andarono a bussare proprio a casa Badiali. Solo lei, Carla, era in grado di falsificare i documenti. Lei accettò e passò quattro intere notti a lavorare con gli inchiostri e la scolorina. «Non ce la farò mai a riprodurre il timbro del podestà» disse, sconsolata, ai partigiani che le stavano appresso, con il fiato sul collo. «Ci devi riuscire, Carla!» E la quinta notte, dopo l’ennesimo tentativo e l’ennesimo intruglio di colori, riuscì a riprodurre, identico, il timbro del podestà, sui documenti che autorizzavano l’uscita di Momigliano dal carcere, per un interrogatorio. Un’eroina della Resistenza, Carla Badiali, ma soprattutto un’artista della libertà.
martedì 18 gennaio 2011
GREEN HILL
I Verdi lombardi esprimono la propia adesione al merito delle proteste degli animalisti contro l'allevamento per cani da vivisezione GREEN HILL del bresciano. L'esistenza sul nostro territorio di uno stabilimento del genere disonora la regione e l'Italia. Da sempre chiediamo come gli animalisti e le migliaia di persone che periodicamente manifestano a Montichiari che venga chiuso il lager per animali condannati ad atroci, inutili torture.
Chiediamo al Consiglio regionale , dove -stando alle promesse di propaganda elettorale -dovrebbero sedere molti amici degli animali e alle Ministre Prestigiacomo e Brambilla, che si dichiarano attente ai diritti degli animali, di attivarsi finalmente affinche' siano bandite attivita' simili dal territorio italiano.
Chiediamo al Consiglio regionale , dove -stando alle promesse di propaganda elettorale -dovrebbero sedere molti amici degli animali e alle Ministre Prestigiacomo e Brambilla, che si dichiarano attente ai diritti degli animali, di attivarsi finalmente affinche' siano bandite attivita' simili dal territorio italiano.
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