Chi sono

Candidata Sindaco per il comune di Como alle elezioni del 6 e 7 maggio 2012 per la lista Ecologisti e reti civiche.

Nata a Como nel 1962. Laureata in Architettura e insegnante di Progettazione all’istituto Statale d’Arte per l’arredamento di Lomazzo. Membro del consiglio nazionale degli Ecologisti e Reti Civiche, responsabile regionale dei Verdi e portavoce dei Verdi di Como, è stata consigliera comunale dal 2002 al 2007 e membro della Commissione urbanistica Comune di Como. E’ promotrice di progetti ambientali nelle scuole, del Parco Canile della Valbasca e del Piano del Verde della città di Como. Impegnata in progetti di cooperazione internazionale a sostegno dei minori in difficoltà.



mercoledì 21 dicembre 2011

la vicenda del liceo agnesi a milano

Da madre,da insegnante e da responsabile politica sono molto colpita dalla vicenda del liceo Agnesi di Milano e dalla prospettata sospensione di 150 studenti che hanno deciso di riunirsi senza autorizzazione per denunciare le condizioni in cui si trova l’edificio in cui studiano .
Sono nata e cresciuta nei bei tempi andati, quando la scuola era circondata da un’ aura di rispetto , quando gli insegnanti venivano salutati con riverente ossequio e i genitori erano sempre e a prescindere schierati dalla parte delle istituzioni scolastiche . Guai a mettere in discussione la parola dei docenti e anche quando il profitto era buono c’era sempre un che di apprensione nell’attesa , fuori dalla porta ,dell’esito del colloquio genitori/insegnanti.
Nonostante vivessimo da studenti sulla nostra pelle gli eccessi di quel sistema, ne siamo rimasti profondamente condizionati , noi” figli della plastica” , generazione nata negli anni sessanta, così profondamente convinti della necessita’ delle regole ,strenui paladini del dovere e del rispetto verso uomini e cose. Un generazione schiacciata tra i figli dei fiori del disimpegno educativo e i genitori delle generazioni nuove ,indulgenti , complici, fiancheggiatori , avvocati perpetui di figli immaturi coi quali condividono smanie tatoo e intimi segreti.
Io,classe Sessantadue, terra di mezzo, nulla da spartire ne’ con gli hippies ne’con la generazione botox , ho ancora la convinzione profonda della necessita’ di una sana autorevolezza , basata sulle regole , sul rispetto, esercitata quotidianamente prima di tutto con l’esempio personale . Tendenzialmente sarei incline a solidarizzare con un preside che esce dal cerchio dei dirigenti ostaggio di arroganti genitori, ospiti fissi delle presidenze , ma la vicenda del liceo Agnesi. mi pare clamorosa per come sia stato possibile la maturazione di una prova di forza su di un problema in cui le parti, vittime entrambi, sono divenute paradossalmente antagoniste.
Come e’ possibile che la politica scellerata della istruzione pubblica al ribasso , della dismissione della formazione , del disinvestimento sul futuro dei giovani, invece di stimolare una reazione univoca e solidale a difesa di cio’che ogni paese mette tra le azioni prioritarie’ per il proprio riscatto, anche economico, l’istruzione ,abbia separato le parti offese mettendole l’una contro l’altra?
L’unica risposta di buon senso e’ venuta dai ragazzi , con le modalita’ ovvie e naturali della loro eta’ , nel merito consapevole e responsabile verso una ingiustizia che danneggia se’ stessi ma anche il paese intero .
Invece di reprimere autoritariamente questa sana reattività , contrapponendo risibili regolamenti di Istituto , varrebbe la pena riflettere profondemente sulle reali responsabilita’ , che sono degli adulti e della politica passata e presente. Adulti che dovrebbero anzitutto chiedersi come puo’ un adolescente crescere e diventare uomo consapevole se attorno a sè vede solamente le prove di quanto lo Stato non sia disposto ad investire su di lui, sulla sua formazione. Adulti che dovrebbero sapere che la crisi economica non puo’ essere scaricata sui figli. Adulti che dovrebbero salutare le rimostranze vivaci e fresche di un adolescente che dice no come un segnale di speranza , come un sollievo che nonostante gli errori dei grandi ci sono piccoli che crescono.

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