Chi sono

Candidata Sindaco per il comune di Como alle elezioni del 6 e 7 maggio 2012 per la lista Ecologisti e reti civiche.

Nata a Como nel 1962. Laureata in Architettura e insegnante di Progettazione all’istituto Statale d’Arte per l’arredamento di Lomazzo. Membro del consiglio nazionale degli Ecologisti e Reti Civiche, responsabile regionale dei Verdi e portavoce dei Verdi di Como, è stata consigliera comunale dal 2002 al 2007 e membro della Commissione urbanistica Comune di Como. E’ promotrice di progetti ambientali nelle scuole, del Parco Canile della Valbasca e del Piano del Verde della città di Como. Impegnata in progetti di cooperazione internazionale a sostegno dei minori in difficoltà.



martedì 1 maggio 2012

Elezioni amministrative a Como 2012. Vota Elisabetta Patelli. Dopo i disastri della Giunta Bruni, il voto del 2012 diventa un’occasione di riscatto. Il vero cambiamento della città non può venire dai partiti centralizzati che negli ultimi dieci anni hanno subordinato la città agli interessi della politica. Ben poche novità, infatti, potrebbero arrivare dal PD di Lucini e dal PDL della Bordoli, o dai politici come Gaddi che si riciclano dietro le liste “civetta”, o dall’ipocrisia della Lega complice del disastro di Como. Quando scoppiò lo scandalo del muro sul lungolago, Carioni ci mise alcuni giorni prima di manifestare la sua contrarietà, perché aspettava ordini dalla sede centrale leghista. L'assessore Gaddi, per quanto possa sembrare simpatico, non si è dimesso vedendo la finta pietra di Gardaland che rivestiva tutto il lungolago. Peronese (il presidente dei palchettisti del Teatro Sociale) ringraziò il sindaco Bruni per il taglio del cedro davanti al teatro, proprio quando il direttore d’orchestra Claudio Abbado proponeva di piantare 90.000 alberi a Milano. Lo stesso Peronese che adesso sostiene l’ultima follia di Bruni, ossia sbancare il parco di Villa Olmo per costruire un auditorium. Questa è la gente che ci governa o che vorrebbe governare in nome del nuovo, perché a Como le cose non cambiano mai. E allora avanti con gli interessi privati, col degrado del bene pubblico, con la cementificazione del territorio, con l’asservimento della città ai bisogni economici come nel caso delle paratie e coi fallimenti contrattuali come nel caso della Ticosa. Elisabetta Patelli, della lista “Ecologisti e Civici”, propone un punto di vista diverso per quanto riguarda la concezione della città, senza progetti faraonici che richiamano alla mente gli interessi e la speculazione. Questo non significa avere una mentalità ristretta contro cui opporre l’apoteosi delle grandi opere o delle grandi mostre. Como sarebbe già bellissima se fosse curata nei dettagli che la caratterizzano, ossia l’ambiente e i monumenti. Strano che nel 2012 la cura dell’ambiente sia diventata una moda seguita da tutti, come se fosse un accessorio da sbandierare a fini di propaganda. Strano che dopo i disastri del PDL-Lega l’idea del verde non sia più retaggio esclusivo degli ecologisti. Ma è troppo facile parlare di ambiente da parte di partiti che fino a oggi se ne sono disinteressati. Elisabetta fu la prima a criticare il progetto delle paratie antiesondazione quando ancora nessuno le dava retta. E se nessuno le dava retta è pretestuoso dire che la Patelli non è una faccia nuova, visto che non ha mai ricoperto ruoli decisivi nella politica comasca. Sono altri i nomi da svecchiare, a cominciare da coloro che si ripresentano dicendo di credere nel cambiamento della città. Quale cambiamento? Nel PDL girano ancora nomi quali Scopelliti, Pozzi e Rinaldin, e la stessa novità di Laura Bordoli è sostenuta da CL e dallo stesso Stefano Bruni! Volete ancora questa gente? E anche il PD sarà sempre obbligato a prendere ordini dalla sua base a Roma. Elisabetta ha una grande esperienza politica ma non è sostenuta da nessuno, non ha le spalle coperte da un partito blindato e ha il coraggio di correre da sola. Per altro, i Verdi italiani si sono fusi in un nuovo movimento chiamato “Ecologisti e civici”, dove per “civici” si intende il fatto di essere trasversali ai partiti. Chiunque può prendervi parte senza distinzione di bandiera, fermo restando l’autentico interesse per la qualità della vita. Elisabetta Patelli propone l’azzeramento del consumo di suolo pur essendo architetto e insegnante di storia dell’arte, dunque sa bene quel che dice. Bloccare il consumo di suolo significa recuperare le cubature esistenti e promuovere l’edilizia sostenibile, un settore che può dare occupazione oltre che costruire città migliori. Altro che immobilismo. Elisabetta è una donna che ha a cuore il benessere della sua città natale, perché la cura dell’ambiente contempla ovviamente la cura dei suoi abitanti. Il verde, la balneabilità del lago, la pedonalizzazione delle strade e molte altre cose sono parte integrante della comune gioia di vivere, una gioia che per troppi anni è stata negata dai mastini della politica. L’educazione ambientale va di pari passo con l’educazione sportiva, con la solidarietà sociale e il sostegno alle famiglie tagliando sprechi e clientelismi. Si potrebbe dire: è pura demagogia. Ma la demagogia la lasciamo ai partiti i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Demagogia e populismo sono le paure fomentate dalla Lega, che teme la perdita delle identità e l’avanzata dei minareti, dei Kebab e dei centri sociali più pericolosi. E’ vero che questa è una grande sfida che attende l’occidente (io stesso votai la Lega due volte prima di esserne deluso) ma non è il caso di addentrarsi nei meandri delle ideologie per quanto concerne il sindaco di una città. Per Elisabetta Patelli, poi, il problema non si pone affatto. La conosco da 20 anni, era una mia insegnante al Liceo e so che è una comasca felicemente legata ai suoi ricordi lariani, non ha mai parlato di minareti e - ospite un giorno a “30 denari” - ricordò amaramente che il battello “Patria” è fermo a Dervio (questo particolare la dice lunga sul fatto che non occorre essere leghisti per amare un territorio). Il vero problema di Como non sono gli immigrati ma la stessa classe dirigente comasca, quella che ha eretto muri sul lungolago, quella che ha sempre sostento le mosse di un sindaco il cui unico scopo era ottenere dallo “zio Roby”- come criticò Rapinese - una poltrona al Pirellone. E se anche stavolta i comaschi non avranno il coraggio di scrollarsi di dosso i vecchi fantasmi che da troppi anni stritolano il territorio nella morsa di interessi che nulla hanno a che fare col bene della città, non possono dire di essere aperti al futuro. Votate Elisabetta Patelli. Nicola Guarisco, mondolariano.it elisabettapatelli.blogspot.it

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